Accade in Danimarca, una leonessa viene dissezionata davanti alle scolaresche, con bambini dai cinque ai dieci anni che assistono alle operazioni. L’insegnamento vuole essere “La natura non è un parco Disney e gli animali non sono come gli esseri umani”.
Nel Paese della Sirenetta vedere squartare gli animali, quando si frequentano le scuole primarie è una tradizione, come la gita al Colosseo per le elementari delle scuole romane.
In uno zoo danese è stato dissezionato pubblicamente il cucciolo di un leone di un anno. Il leoncino è stato ucciso circa nove mesi fa, il motivo ufficiale è perché la struttura ospita troppi felini e non si vuole favorire l’accoppiamento tra consanguinei. È stato tenuto in una cella frigorifera tutto questo tempo in previsione dell’autopsia pubblica, fatta in prossimità delle vacanze di autunno presenti negli istituti scolastici danesi.
In seguito alla soppressione di una giraffa, avvenuto nello zoo di Copenaghen, sono scoppiate feroci polemiche e si sono iniziate petizioni per porre fine all’insolita lezione pedagogica. Marius, questo il nome della giraffa, è stato soppresso perché frutto di un rapporto fra consanguinei (rapporto endogamico) e poi dato in pasto ai felini.
Seguendo il ragionamento dei fautori dell’insegnamento che si vuole impartire, rimaniamo comunque perplessi davanti alla dimostrazione. Se è vero che la natura non è come nei cartoni animati della Disney, è altrettanto vero che non è naturale tenere gli animali in gabbia, per quanto dorate come in un bello zoo, e la dimostrazione diventa artificiale e priva della forza evocativa che gli esperti vogliono imprimere. Avrebbe senso in un safari, non dietro le sbarre di uno zoo ai confini con il Mare del Nord.
Ma questa è solo un’opinione, frutto di una cultura mediterranea, non supportata da dati scientifici, e influenzata dalla crudezza delle immagini (girando sul web ve ne sono di cruente).
In un mondo, sempre più pragmatico, con bambini che devono crescere in fretta, sviluppare idoneità pratiche e tecniche quanto prima, forse ci sta scoprire, subito dopo aver fatto l’asilo, che il Grillo di Pinocchio è tutto fuorché parlante.
Forse non ci dobbiamo indignare più di tanto, in un mondo dove ci sono Talent Show per bambini: piccoli mostri di bravura che cantano, ballano, cucinano come professionisti.
Dobbiamo prendere atto che il mondo è cambiato radicalmente, e forse tra poco verrà tolto l’avviso, prima di un programma con contenuti particolari: “Se ne consiglia la visione ad un pubblico adulto”.
E forse non avrà più senso emozionarsi davanti a tuo figlio piccolo che si sciacqua una mela ad una fontanella.
E voi cosa ne pensate cari Unigenitori?