La storia del piccolo Alfie Hillman ci mostra che a volte al mondo accadono cose davvero sorprendenti.
Quando la mamma del bimbo: Sharron, si trovava alla 27° settimana di gestazione lei e il marito Shane hanno ricevuto una triste notizia: il loro piccino era affetto dalla trisomia 18 a mosaico, una malattia rara che non lasciava scampo.
Secondo le stime dei medici il loro piccolo avrebbe potuto vivere al massimo 3 minuti. Si tratta infatti di una malattia chiamata anche la Sindrome di Edwards ed è creata da un cromosoma 18 in più in alcune o tutte le cellule del corpo.
Solo 1 bambino su 12 di quelli nati con questa malattia sopravvive oltre un anno di vita ma con gravi problemi fisici e mentali.
Ai genitori del bimbo è quindi stato chiesto se intendessero abortire.
“Si è trattato della cosa più difficile che abbiamo mai incontrato, è stato un momento molto stressante quando abbiamo scoperto che il nostro piccolo di 20 settimane aveva smesso di crescere” ricorda la mamma “ho pianto per un’intera settimana”.
Sharron ha deciso di portare avanti la gravidanza “potevo sentirlo muoversi dentro di me, meritava un’opportunità”.
Il piccolo è venuto alla luce con un taglio cesareo e per i genitori è stato un sollievo sentirlo piangere. A dispetto del verdetto dei medici Alfie ha stupito tutti sopravvivendo oltre la manciata di minuti pronosticata.
Per 14 settimane è rimasto in ospedale sotto ossigeno in un’incubatrice, prima di essere mandato a casa con il peso di 2 chili e mezzo. Qui ha continuato a tenere la mascherina dell’ossigeno fino a 8 mesi.
Le ecografie hanno mostrato un buco nel cuore ma i medici hanno assicurato che si sarebbe richiuso da solo.
Ora il piccolo ha quasi due anni, pesa circa 8 chili e continua ad essere più piccolo dei coetanei, ma è sopravvissuto.
“Alcuni bambini con la Sindrome di Edwards nascono morti, oppure muoiono dopo poche settimane. Non molti sopravvivono” sottolinea il padre di Alfie.
“Alfie è il nostro piccolo pacchetto di gioia” aggiunge la mamma. Il piccino sta per compiere due anni, ma ancora non si sa quali cellule sono state intaccate dalla malattie e cosa gli riserverà il futuro.
“Quando è nato avresti potuto tenerlo in 2 mani tanto era piccolo. La sua pelle era trasparente. La cosa peggiore però è stata lasciarlo in ospedale. Temevo che ogni telefonata fosse per dirmi che gli era successo qualcosa. In un certo senso però siamo stati fortunati perché i bambini con la trisomia 18 hanno bisogno di operazioni chirurgiche al cuore” ha dichiarato Sharron.
“Ora il mio piccolo sta sbocciando ma le cose sarebbero potute andare in modo completamente differente. Adesso vorremmo sensibilizzare le persone su questa malattia, sostenere altri, fa sapere che ci sono storie di successo là fuori” conclude la mamma.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questa storia il cui esito ha dimostrato che non sempre le cose vanno secondo quanto annunciato dalla scienza?
Solo poco tempo fa vi avevamo parlato di Angela Morales, una piccola affetta da anencefalia che ora ha un anno e che non sarebbe dovuta sopravvivere secondo i medici.
Talvolta accadono cose davvero inspiegabili.