Il pericolo provocato per la salute dal biosfenolo è stato largamente documentato negli anni. La presenza di questa sostanza in molti oggetti come i contenitori alimentari ha destato grande allarme soprattutto tra le mamme, data la sua presenza nei biberon, tanto che questa sostanza è stata ribattezzata “la tossina del biberon“.
E’ il 25/11/2010 quando l’Europa mette al bando i biberon con bisfenolo. La decisione è stata presa dai rappresentanti dei 27 paesi Ue dopo un lungo negoziato. La produzione di biberon con bisfenolo A è stata vietata in Italia poi a partire dal primo marzo 2011, mentre la loro commercializzazione e importazione a partire dal 1 giugno 2011.
Oggi la minaccia per i bimbi europei per fortuna è stata scongiurata.
L’ EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) supervisiona oggi i limiti imposti all’interno della Comunità Europea, e possiamo stare tranquilli grazie ai controlli e alla consapevolezza raggiunta circa il tema.
Ma dove saranno finiti secondo voi tutti i biberon banditi dal mercato europeo?
Ecco che questa “spazzatura” è vendibile proprio lì dove questa consapevolezza sui pericoli incorsi dal suo utilizzo non esiste. Una ricerca pubblicata sul sito “sciencedirect.com” infatti ha documentato che i biberon contenenti biosfenolo sono ancora venduti nei supermercati e nelle farmacie:
- dell’Africa subsahariana,
- in Nigeria,
- in Camerun.
I motivi per cui questa sostanza, “terrore per le mamme“, è stata bandita sono innumerevoli perché:
- altera l’attività dell’apparato endocrino, attiva i recettori degli ormoni e può quindi avere effetti negativi sulla salute se il dosaggio è elevato;
- potrebbe avere effetti inibitori sullo sviluppo neuronale nei feti a pochi minuti di distanza dalla sua assunzione;
- la sua assunzione è stata correlata allo sviluppo di numerose altre patologie degli apparati riproduttori, della prostata e della mammella;
- ha effetti nocivi sul cuore;
- desta preoccupazione per il rischio di effetti a lungo termine sullo sviluppo endocrino, neurocomportamentale, riproduttivo in seguito ad esposizione in utero o durante l’infanzia.
Il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, e quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’ acqua, nelle bevande o nel cibo che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta.
Pensiamo che tutte le mamme abbiano il diritto di sapere, di conoscere per tutelare se stesse e i propri piccoli. Non si può permettere quanto sta accadendo.
A chi spetta tutelare le mamme africane e i loro piccoli? Anche loro amano e desiderano proteggere la salute dei propri piccoli, perché non ne avrebbero anche loro diritto?