Seguendo l’esempio della Finlandia, dove tale iniziativa è nata nel 1938, tanti altri gli Stati che stanno prendendo in considerazione di fare la stessa cosa, primi tra tutti gli Stati Uniti, il Sudafrica, lo Zambia, la Colombia e l’Argentina.
Per il Governo finlandese tutti i bimbi sono uguali e, pertanto, ognuno di loro riceve, alla nascita, una scatola cosiddetta di benvenuto, contenente tutto il necessario per le prime cure del neonato. Proprio grazie a questa scatola si registra una notevole riduzione della mortalità infantile.
Baby box, le scatole di benvenuto pensate per i neonati
Si tratta di scatole di cartone come quelle utilizzate per riporre la biancheria negli armadi, poco più grandi di una scatola di scarpe, che lo Stato finlandese dona a ogni nuovo nato. Nel suo interno ci sono un sacco di prodotti necessari per accudire il bambino, prodotti che molte volte non possono essere acquistati perchè troppo cari o perchè considerati superflui. Il contenuto inserito nella scatola è davvero tanto e, ai nostri occhi, potrebbe addirittura risultare essere eccessivo ma, in realtà, è stato scelto da persone specializzate nella prima infanzia che, chiaramente, conoscono le necessità delle famiglie nei primi mesi di vita. Questo il contenuto delle scatole di benvenuto:
- materasso,
- copri materasso,
- lenzuolo di sotto,
- copripiumino,
- coperta,
- trapunta
- tuta da neve,
- cappello e guanti,
- abito con cappuccio,
- tuta leggera fatta a maglia,
- body,
- tutine e pantaloni in colori e modelli unisex,
- asciugamano con cappuccio da bagno,
- forbicine per le unghie,
- spazzola per capelli,
- termometro da bagno,
- crema,
- salviettine igieniche,
- pannolini di stoffa,
- libro illustrato,
- giocattolo per la dentizione,
- coppette lavabili per il reggiseno,
- preservativi per i genitori.
Nella stessa scatola, una volta svuotata dal contenuto e dopo averla sapientemente allestita, le mamme fanno dormire i loro piccoli pargoli per i primi mesi della loro vita. E questo, come dimostrato da diverse ricerche, in Finlandia il tasso di mortalità, nel primo anno di vita, è passato da un elevato 10% a uno 0,3%.
Una dottoranda dell’Università di Harvard, Karima Ladhani, dopo aver scoperto la funzionalità di tale baby box, ha fondato una ong, ovvero un’Organizzazione non Governativa, con lo scopo di realizzare tali scatole per i Paesi del sud dell’Asia, in modo da poter salvare la vita a tanti bimbi. La dottoressa, a tal proposito, dichiara al quotidiano The Independent: «Con questo progetto speriamo di salvare le vite di 58mila neonati nei prossimi cinque anni. L’unica condizione perché le madri ricevano la scatola è che si sottopongano a esami prenatali, così come avvenne in Finlandia all’inizio del 20esimo secolo».
E voi unimamme cosa ne pensate di tale tradizione finlandese? Chissà che un giorno tale baby box, meglio definita scatola di benvenuto, possa diventare anche una realtà italiana!
Nel frattempo in Italia ricordiamo altre baby boxes, ovvero quelle che fungono da ruota degli esposti dove le mamme possono abbandonare, in assoluto anonimato, i loro bambini al momento della nascita. Intanto possiamo comunque andarne fieri, grazie a tali scatole tanti i neonati che sopravvivono e che vengono, poi, affidati a mani sapienti.