Una bambina ha fatto cadere il muro di omertà che da due anni gravava sul quartiere Parco Verde di Caivano, vicino a Napoli, dopo la morte sospetta di Fortuna Loffredo, una piccolina di soli 6 anni deceduta dopo essere precipitata da uno di questi palazzi.
La testimone, una delle migliori amiche di Fortuna, ha rivelato a una psicologa e a un pm, nel corso di un incontro svoltosi nella casa famiglia dove vive, che il colpevole degli abusi e dell’omicidio dell’amichetta sarebbe Raimondo Caputo, già noto alle forze dell’ordine per molestie nei confronti di minorenni.
Il caso di Fortuna Loffredo: una bruttissima storia di pedofilia
La piccola, ormai libera dal clima omertoso che vigeva anche in casa sua, ha raccontato con molta cura gli ultimi momenti di vita della povera Fortuna.
L’uomo avrebbe cercato di abusare nuovamente di Fortuna la quale gli ha opposto resistenza. Il suo corpicino era stato ritrovato davanti allo stabile dove abitava e, successivamente, le indagini avevano stabilito che aveva subito abusi sessuali.
Per trovare un primo sospettato si sono dovuti attendere anni a causa del clima di connivenza di tutto il quartiere con il terribile crimine che sarebbe stato perpetrato da Caputo.
“Gli adulti ostacolavano le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta” ha dichiarato Domenico Airoma che ha coordinato l’inchiesta parlando di “omertosa indifferenza e colpevole connivenza”.
Mentre gli inquirenti si dicono soddisfatti della svolta, anche Domenica Guardato, mamma della vittima, rilascia una dichiarazione: “da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall’altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia. Voglio guardarvi in faccia per capire perché lo avete fatto. Sono sempre stata sicura che fossero stati loro, l’ho sempre detto. Forse si è perso troppo tempo, due anni. Io l’ho detto da quel giorno. Mia figlia amava la vita, non poteva essersi buttata giù. L’ho sempre saputo che era stata uccisa, continua la donna. E da sempre aveva detto che tra quelle case c’era qualcuno che sapeva”.
La donna fa riferimento anche alla compagna dell’uomo, lei stessa in carcere per violenze su un’altra bimba di 3 anni. Il figlio di 3 anni di quest’ultima, Antonio Giglio, nel 2013 aveva subito lo stesso tragico destino di Fortuna, cadendo da un palazzo di Parco Verde. Al momento però i 2 episodi non sarebbero collegati.
Nel corso dell’inchiesta, sempre in questa zona, sono stati trovati diversi bambini che avevano subito violenze sessuali e abusi da parte degli adulti, confermando le ipotesi di un vero e proprio “giro di pedofilia“. Oltre a Fortuna altri 4 bambini sono stati vittime di violenze sessuali.
Tra la fine del 2014 e il 2015 un’altra coppia di residenti era finita in manette, tra cui Salvatore Mucci che aveva ritrovato il corpo di Fortuna.
La migliore amica della vittima a sua volta vittima di abusi sessuali, insieme alle sue sorelle, è stata allontanata dalla famiglia per disposizione del Tribunale dei minori (la madre è accusata di violenza sessuale in concorso).
Per far sì che così tanti e gravi reati rimanessero sommersi fino ad ora è stata necessaria la “colpevole” partecipazione di tutti gli inquilini di Parco Verde, a cui Raimondo Caputo incuteva terrore. L’uomo ha sempre negato di essersi trovato nello stabile il giorno della morte della bimba e nessuno ha mai avuto il coraggio di contraddirlo, solo i bambini.
Altrettanto inquietante è la sottrazione della scarpa di Fortuna, misteriosamente scomparsa dal luogo del delitto. La colpevole è l’inquilina dell’ottavo piano che aveva negato di aver visto Caputo sul pianerottolo con la bambina. La donna avrebbe nascosto la scarpa per tutelare il figlio che era ai domiciliari La donna è stata però incastrata dalle registrazioni.
Tutte le persone che hanno dato versioni inventate e palesemente discordanti verranno denunciate.
Ora anche il parroco di Caviano, Don Maurizio Patriciello, invoca giustizia. “Ho ripetuto mille volte, dall’altare e in privato: chi sa, parli. La nostra comunità ha vissuto due anni di sofferenza inimmaginabile, dopo la morte di Fortuna. E se le responsabilità vengono accertate, il colpevole dovrà pagare. Quello che ha commesso è il peccato più orribile che si possa immaginare»”.
I nonni di Fortuna invece si esprimono tramite il loro legale: “fin dai primi sopralluoghi con i consulenti della difesa – spiega il legale – era emersa con chiarezza l’ipotesi di un atroce movente a sfondo sessuale, oggi finalmente arriva giustizia grazie al grande lavoro della Procura di Napoli Nord, che ha operato in un contesto fra i più terribili del Paese”.
Infine il sospettato, Raimondo Caputo che non ha mai mostrato segni di pentimento, ma anzi ha sempre ribadito che quel giorno non era nello stabile sostiene di essere innocente e di essere stato “un bravo padre” per i figli della compagna.
Per capire anche l’ambiente e il degrado dove sono avvenuti questi orrori, ecco un video denuncia che merita di essere visto.
Unimamme, questa è una storia veramente terribile che nessun genitore vorrebbe sentire, purtroppo accadono anche queste cose ed è giusto conoscerle per proteggere meglio i nostri bambini.
Noi vi lasciamo con alcuni suggerimenti per aiutare i bambini a dire no ai pedofili. e a uno studio per capire chi è il pedofilo.