Cesareo dolce: lo conoscete, amiche Unimamme? Io devo dire che non ne sapevo nulla fino a che non sono venuta a conoscenza che questa pratica speciale, unica nel suo genere in tutta Italia, viene realizzata all’Ospedale Luigi Sacco di Milano. Da mamma “cesariata” ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto essere più informata: ho sempre dato per scontato che il cesareo – almeno qui in Italia – avvenisse secondo modalità standard. Niente marito in sala operatoria, nessuna possibilità di vedere il bimbo uscire dalla pancia. Spesso poi il contatto pelle a pelle avviene in un secondo momento, quando la mamma esce dall’intervento.
Il Cesareo dolce in Italia
All’Ospedale Sacco invece sono rivoluzionari. A spiegarcelo è la Capo Ostetrica Anna Lucia Vita, che coordina un team di 15 colleghe. Il reparto di ostetricia e ginecologia è diretto dalla Professoressa Irene Cetin e si avvale di 29 medici e di 11 infermieri, tutti specializzati nel sostegno e all’ascolto della salute della donna.
E’ innazitutto un modo per ascoltare la mamma. Non è detto infatti che tutte le donne se la sentano di partorire naturalmente. Il target è rappresentato soprattutto da:
- primipare che hanno superato i 40 anni
- donne che sono riuscite a rimanere incinte grazie ad un percorso di fecondazione assistita.
Si chiama anche “cesareo su richiesta materna“: in che cosa consiste?
“In sala operatoria può accedere anche il papà” – dice l’ostetrica Vita – “e al momento della nascita avviene subito il contatto skin to skin tra mamma e bambino, esattamente come in un parto naturale. Se poi va tutto bene e il decorso è fisiologico il papà segue il suo piccolo e insieme aspettano la mamma”.
Un modo assolutamente meno traumatico di partorire anche quando si ha a che fare con un’operazione chirurgica: quante di voi hanno infatti un brutto ricordo del proprio parto? Con il cesareo dolce i genitori si sentono in questo modo anche più attivi, non subiscono solo l’atto medico, ma riescono a godersi il momento da protagonisti assieme al nascituro.
La cosa più bella e importante però è il fatto che la mamma e il papà possano vedere il proprio bambino uscire dal ventre materno, esattamente come nel parto spontaneo: “Nel momento in cui il bimbo viene tirato fuori, viene abbassato il telino divisorio e i genitori sono testimoni della nascita“.
L’Ospedale Sacco dimostra di essere sicuramente all’avanguardia per quanto riguarda l’universo future e neo mamme: ad esempio nei corsi pre parto per esempio si insegnano tecniche di rilassamento provenienti dallo yoga e dallo shiatzu, senza contare che è uno dei centri segnalati da O.N.D.A, ovvero è una delle strutture in cui è meglio partorire.
Infine, sempre l’ostetrica Vita ricorda: “Siamo un Ospedale Amico dei Bambini, cioè rispettiamo i Dieci Passi per la promozione, la protezione ed il sostegno dell’allattamento materno“.
Se volete maggiori informazioni, potete contattare la Sala parto al seguente numero: 02 39042256.
E voi cosa ne pensate Unimamme? Immaginavate che fosse possibile partorire così anche qui da noi?