Care unimamme, la lotta per Charlie (#Charliesfight è la pagina facebook aperta dai genitori), il bambino inglese di 10 mesi che secondo i medici e i giudici inglesi deve essere lasciato morire in ospedale, continua a imperversare sui social network e sta davvero coinvolgendo tutti.
Dopo la presa di posizione di Papa Francesco che ha manifestato la sua vicinanza ai genitori di Charlie chiedendo che venga soddisfatto il loro desiderio di curarlo fino alla fine, anche il Presidente americano, Donald Trump e l’ospedale italiano Bambino Gesù si sono espressi.
Il presidente americano Donald Trump e l’ospedale Bambino Gesù offrono il loro supporto a Charlie Gard
A distanza di poche ore dall’appello del Papa anche Donald Trump si è espresso attraverso Twitter:
“Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, sia per i nostri amici inglesi sia per il Papa, saremo felici di farlo“
Secondo quanto riportato dai media, il presidente americano avrebbe chiesto ai membri del suo staff di contattare i genitori di Charlie. Ci sarebbe anche un ospedale americano pronto a riceverlo e a curarlo senza spese, secondo quanto si legge sul TheSun.
Oltre a Trump, però, così come anticipato da don Carmine Arice, Direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei e membro della Pontificia commissione per le strutture sanitarie, anche la struttura italiana del Bambino Gesù di Roma si è offerta di accogliere il bambino. In una nota Mariella Enoc, la presidente, ha spiegato di aver chiesto al direttore sanitario dell’ospedale di prendere contatti con il Great Ormond Street Hospital di Londra dove è ricoverato Charlie. Si legge nella nota: “Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci. Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere“.
Incredibile la reazione dei sostenitori sui social e la risposta di Connie Yates, la mamma, che su Facebook dopo l’intervento del Papa e di Trump scrive: “se lui sta ancora lottando, noi stiamo ancora lottando“.
Unimamme, che altro aggiungere? Speriamo che la situazione si sblocchi e che gli ultimi desideri dei genitori di Charlie, di tentare la terapia o, in caso sia impossibile, di portarlo a casa, si avverino.