Il citomegalovirus, appartenente alla classe degli Herpers virus è molto comune e insidioso.
A Venezia si è da poco tenuta una conferenza internazionale sull’infezione congenita da Citomegalovirus umano, organizzata dalla Società Europea ECCI (European Congenital Cytomegalovirus Initiative).
L’infezione infatti si presenta asintomatica e il virus può anche rimanere latente nell’organismo per tutta la durata dell’esistenza.
Citomegalovirus in gravidanza: perché è molto pericoloso?
Se però il sistema immunitario, per qualche ragione, si indebolisce, ecco che il CTV che torna a farsi vivo.
Nelle persone immunodepresse causa:
- gravi danni agli occhi
- al fegato
- apparati gastrointestinali
- apparato respiratorio e nervoso (polmonite, epatite, ulcera gastrica e duodenale, retinite)
Infine se viene contratto in gravidanza non costituisce una minaccia per la mamma ma sicuramente per il bambino (prima e dopo la nascita) che può andare incontro ai seguenti problemi:
- problemi di udito (fino alla sordità)
- fegato ingrossato
- ritardo di crescita
- ittero
- macchie rosse sulla pelle
- dimensioni piccole della testa
- emorragie
IL CVT si trasmette solo tramite i fluidi del corpo:
- sangue
- saliva
- urina
- liquidi seminali
- secrezioni vaginali
- latte
I bambini piccoli possono rilasciare virus nelle urine dopo mesi o anni (5-6 anni) dall’infezione originale.
Esso è il responsabile principale di sordità non genetica.
In Italia si registrano ogni anno:
- 13 mila infezioni primarie nelle donne in gravidanza
- 5 mila bambini nati con infezione congenita
- di questi 800 soffriranno di danni permanenti
Per tutti questi motivi l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (Amcli) chiede a gran voce programmi di screening prima e dopo la gravidanza.
Dal momento che non esiste un programma di screening ufficiale ce ne sono di spontanei e disomogenei nelle varie regioni.
“Il citomegalovirus umano è la principale causa di infezione congenita nei Paesi sviluppati con un’incidenza dello 0,6%” dichiara Maria Paola Landini direttrice di Microbiologia del Policlinico Universitario Sant’Orsola di Bologna.
Purtroppo, come accennato, questo virus può danneggiare seriamente i bambini:
- il 10-15% ah sintomi più o meno gravi alla nascita
- fino al 70-80% di questi svilupperà gravi disturbi entro i primi 2 anni di vita (ritardo psicomotorio, sordità, alterazioni oculari)
- la mortalità è del 10%
- il 5-15% dei neonati infetti ma asintomatici alla nascita svilupperà complicazioni successive
“In realtà questo è un problema complesso ma poco conosciuto” sottolinea Tiziana Lazzarotto, professore di Microbiologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna.
Unimamme e voi cosa ne pensate? Ritenete utile uno screening preventivo?
Noi vi lasciamo con un approfondimento sul virus Zika, molto più pericoloso.