Care Unimamme torniamo ad aggiornarvi sulla proposta di legge relativa all’obbligo del cognome paterno, che tempo fa si era bloccata alla Camera.
Finalmente, anche in Italia è arrivato il momento della libera scelta. L’Aula della Camera ha infatti approvato la proposta di legge che abolisce l’obbligo del cognome paterno per i figli, lasciando ai genitori la decisione.
Il testo di questa legge ci allinea con tanti altri paesi Europei dove questa pratica è già in vigore da anni.
I figli potranno avere cognome materno: cosa cambia
Innanzitutto bisogna specificare che la nuova norma non è immediatamente operativa, perché la sua applicazione deve superare ancora alcuni iter burocratici, ma nell’attesa sarà possibile, se entrambi i genitori lo vogliono aggiungere il cognome materno.
Vediamo però nello specifico cosa cambia:
- alla nascita il figlio potrà avere il cognome del padre o della madre o entrambi
- se non vi è accordo il figlio avrà entrambi i cognomi in ordine alfabetico
- la stessa regola vale per i nati fuori dal matrimonio che sono stati riconosciuti
- se il riconoscimento del figlio è tardivo si aggiungerà il cognome dell’altro genitore dietro consenso del primo
- per i figli adottivi sarà aggiunto un cognome da anteporre a quello originario, in caso di mancato accordo si segue l’ordine alfabetico
Con questa legge quindi sarà la coppia, si spera di comune accordo, a decidere per il proprio bambino.
Il Presidente della Commissioni di Giustizia Donatella Ferranti, su Corriere.it, ha commentato così la buona notizia: “l’obbligo del cognome paterno è simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, come tale severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il testo, che auspico il Senato saprà esaminare in tempi celeri, ci pone finalmente in linea con gli altri paesi europei”.
E voi Unimamme cosa ne pensate di questa nuova norma? Secondo voi è stato fatto un passo avanti nel promuovere la responsabilità genitoriale? Voi cosa sceglierete per il vostro piccolo?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Corriere.it)