Io sono una mamma che è stata colpita dalla depressione post partum. Purtroppo, l’ho imparato a mie spese, la maternità in Italia è pochissimo sostenuta, soprattutto dopo che il bambino è nato: spesso i poveri genitori – se non hanno una rete di aiuti su cui contare – si ritrovano da soli a doversi inventare un nuovo equilibrio.
Inutile dire che chi ne è maggiormente colpita da questo terremoto emotivo è la mamma, che dopo pochi giorni si ritrova con un esserino urlante e sconosciuto da dover accudire da sola, dopo il ritorno al lavoro dal marito.
Secondo Ananda Lowe, che ha pubblicato un post sul sito commonhealth.wbur.org, la soluzione migliore per cercare di combattere la depressione post partum che potrebbe insorgere è quella di affrontare la nascita del bambino assieme ad una figura che si sta facendo largo come nuova professione: la doula.
Doula è un termine che deriva dal greco e si riferisce ad una “donna che sta a servizio di un’altra donna“: si tratta di una figura assistenziale non medica e non sanitaria che sta a fianco della mamma. Piu’ precisamente la doula:
- offre educazione, compagnia e supporto non giudicante
- assiste i neonati, cerca di stabilire un nuovo equilibrio nella famiglia, aiuta nella preparazione dei pasti e nel sistemare la casa
- offre informazioni sulla cura del neonato, sull’aspetto emozionale e psicologico della nascita e se ne necessario stabilisce dei compiti per aiutare i neo genitori.
Secondo l’autrice del post, infatti, è stando tra le mura di casa che i lati più difficili della maternità possono essere affrontati e curati.
Un altro metodo è creare un Positive Post Partum plane, inventato dalla terapista Mara Acel-Green, specialista nei disordini emozionali dopo il parto. Il piano prevede una serie di punti, come per esempio scrivere:
- chi può aiutare la mamma nella spesa,
- chi chiamare quando ci si sente sole,
- chi può aiutare il papà e il bambino.
Perché dalla depressione post partum si può uscire.
E voi unimamme, vorreste o avreste voluto un supporto a casa?