Congedo parentale: una questione culturale prima ancora che economica che qui in Italia non ha ancora preso “piede”. Come per la maternità, anche gli uomini avrebbero diritto ad un periodo di astensione dal lavoro pagata. Alzino la mano coloro che potendo farlo ne usufruirebbero veramente. Per un uomo resiste ancora il cliché che sia la donna a doversi occupare dei figli a tempo pieno, senza contare che è sentore comune che la carriera ne risentirebbe (e i colleghi lo guarderebbero strano per la sua velleità di fare il “mammo”). Eppure secondo l’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), i bambini – in particolar modo le bambine – accudite e cresciute dai papà in congedo parentale crescerebbero meglio.
Congedo parentale dei papà: perché occorre dire sì a questa scelta
La ricerca si basa sull’analisi di alcuni studi sui bambini nati in alcuni tra i Paesi più ricchi:
- Stati Uniti,
- Australia,
- Gran Bretagna
- e Danimarca.
E’ stato dimostrato che in queste nazioni con standard di vita simili, i papà che hanno usufruito del congedo parentale sono più propensi ad aiutare in casa rispetto ad altri papà. La metà cambia quotidianamente i pannolini, a dispetto di quei 4 padri su 10 che non sono a casa. Sono inoltre più propensi a preparare la cena, giocare, fare il bagnetto rispetto a chi torna dal lavoro. E questa differenza continua: quando i bambini diventano più grandi e superano i 2 anni, i loro papà sono più coinvolti nella loro educazione, leggendo loro le favole o aiutando le madri nella gestione quotidiana dei bimbi.
In Danimarca il congedo parentale viene sfruttato praticamente dal 90% dei lavoratori, con un’assenza dal lavoro superiore alle 2 settimane, mentre in America questo diritto non c’è: ciò significa che i papà tornano al lavoro quando i propri figli hanno meno di 2 settimane di vita.
Nonostante tutti questi benefici in Italia il congedo parentale è una rarità, sopratutto per tre motivi, come riportato sul The Economist:
- gli stipendi degli uomini sono più alti di quelli delle donne
- scarsa flessibilità dell’orario di lavoro maschile
- il tipo di contratto (se è a tempo determinato non è il caso di chiedere il congedo per non rischiare di perdere il lavoro)
- la carriera
Eppure, la scelta sarebbe da preferire: secondo uno studio norvegese infatti, i figli di padri che hanno scelto il congedo parentale vanno molto meglio a scuola, soprattutto le bambine.
Insomma, tutto sembra dimostrare che il congedo faccia piu’ bene ai figli che ai padri, anche se mancano studi approfonditi che lo dimostrino. Purtroppo essendo il congedo di paternità una novità, ad oggi chi può ne ha usufruito è sicuramente un privilegiato. Per lo più, secondo una survey inglese, si tratta di ricchi, di età avanzata, sposati, ben istruiti, proprietari di casa. E quindi privilegiati lo sono anche i loro figli.
E voi unipapà ci fareste un pensierino, se ci fosse una concreta possibilità?