La malattia che colpisce sempre più neomamme è la depressione post partum ed è una brutta bestia: lo so perché ci sono passata e dopo essere andata in terapia ne sono uscita. Eppure non è così semplice chiedere aiuto per tante madri, perché le parole della maternità spesso sono infarcite di retorica: tutto deve essere bello, “rosa”, non ci possono essere mamme infelici, perché sono mamme scomode.
Spesso ci si dimentica che l’amore per i figli non si può costruire appena vedi il tuo bambino, ma con il tempo. Eppure bisogna essere subito delle madri che sprizzano gioia nonostante il dolore del travaglio o i punti. Per questo in tante non riescono ad esprimere il proprio disagio.
Non tutto quello che vediamo è vero e le mamme lo devono sapere
Quando guardiamo i profili Facebook o Instagram delle amiche incinte o mamme da poco ci sembrano che siano solo felici: facce sorridenti, pancioni in bella mostra, dichiarazioni di amore assoluto. Eppure noi mamme sappiamo che non è solo questo: le notti insonni, la stanchezza, il fare da sole a volte ci fanno sentire sopraffatte. Ma continuiamo a mostrare una versione di noi stesse che non ci rappresenta interamente.
Lo ha capito anche una donna indiana, Malini Pravin Saivi, che non si ritrovava per nulla nell’immagine patinata che tutti condividevano attorno a lei. “Ho visto madri scrivere su Facebook un’ora dopo il parto su come tutto il dolore ne sia valso la pena, con le foto di loro che guardavano amorevolmente il loro bambino. Ma io non ho avuto la sensazione che che il dolore ne sia valsa la pena”, ha detto la 33enne che attualmente vive a Chennai, in India.
Ovviamente questi pensieri la facevano sentire una cattiva madre. ““Le nuove madri di solito condividono così tanto della loro gioia on line e non condividono i lati negativi. Tutti vogliono inviare una bella immagine,” ha detto a Channel New Asia aggiungendo che credeva sarebbe stata sottoposta a pesanti critiche se avesse condiviso le sue emozioni nel non provare l’amore per il suo bambino.
Malini infatti ha cominciato a sentirsi male perché non sentiva quei sentimenti positivi per sua figlia, in più aveva il dolore per la lacerazione durante il parto e dei problemi con l’allattamento. A questo si era aggiunto la morte di un parente che l’ha messa a dura prova.
Durante un controllo ha espresso il suo disagio ad uno psicologo e ha cominciato ad andare in terapia.
I social media sono spesso sotto accusa, e forse direi in questo caso giustamente, perché sottopongono ad una pressione sociale che mette a dura prova le mamme. “Ora, non si confrontano solo ai loro coetanei, ma anche le celebrità, che sono in bikini una settimana dopo il parto, facendo apparire che la maternità non è un grosso problema” ha detto la counselor Silvia Wetherell, che è specializzata in salute mentale materna.
Cosa fare quindi?
Occorre “disintossicarsi” dai social.
“I social media possono aiutare, ma le madri dovrebbero fissare dei limiti. Ad esempio, 20 minuti al mattino, 20 minuti nel pomeriggio, e 20 minuti durante la notte. Una delle cose che insegno è quello di essere presenti e attenti, perché i social media sono una distrazione” ha detto la Wetherell.
Quindi è corretto cercare delle risposte on line, ma la vita è un’altra cosa e se si ha bisogno di aiuto meglio farlo per davvero, non dietro lo schermo di un computer.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post depressione post partum: sicure di saperla riconoscere?