Depressione post partum: i numeri ufficiali in realtà non dicono molto. Secondo il Ministero della Sanità e Strade Onlus, infatti, le donne che si ammalano di dpp sono in percentuale tra l’8 e il 12%. Ogni anno circa 80mila neo mamme soffrono di questa malattia, ma solo ad 1 su 4 riceve un’adeguata diagnosi. Significa che 60mila vengono lasciate sole: o perché non si rendono conto che stanno male o perché non sono in grado di chiedere aiuto.
L’importanza della prevenzione è fondamentale. Già nei corsi pre parto bisognerebbe valutare l’aspetto emotivo delle future mamme: corpo e mente non vanno tenute separate, anche se si continua ancora troppo a considerare la gravidanza e il parto come un evento quasi esclusivamente medicalizzato. Nella maggior parte dei casi si fanno esami su esami, l’attenzione è rivolta alla madre, mentre una volta diventate effettivamente genitrici tutto l’interesse è verso il bambino. E le emozioni della puerpera dove le mettiamo?
Per questo, è nato un progetto di screening per l’individuazione e la prevenzione della depressione post natale: si chiama STRADE (Screening e Trattamento precoce della Depressione post partum) ed è coordinato dal reparto di Salute mentale del Cnesps-Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità, con il supporto del Ccm-Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della Salute. Vediamo meglio in cosa consiste.
Depressione post partum: il progetto STRADE per prevenire la dpp
In due anni sono state coinvolte 2000 donne, in strutture di Campobasso e delle province di Treviso e Bergamo, a cui poi si sono aggiunte delle volontarie di tre Centri di Roma: Policlinico Gemelli, Ospedale San Giovanni Calibita-Fatebenefratelli e presidio ospedaliero Grassi.
Durante i corsi pre parto e la frequentazione dei reparti di ginecologia sono stati somministrati dei questionari per valutare eventuali rischi di depressione. Le 1558 volontarie che hanno aderito sono state poi ricontattate tra la sesta e la dodicesima settimana dopo il parto, usando come test autodiagnostico la Scala di Edinburgo, che con una serie di domande mira a capire se la mamma non sta bene. Al test sono risultate positive 110 donne e di queste 83 hanno avuto un colloquio psicologico dopo una settimana dallo screening.
Le mamme sono state trattate con il metodo Milgrom, dal nome della dottoressa Jeanette Milgrom, una delle più grandi esperte di depressione post partum che insegna all’Università di Melbourne. Questa tecnica si basa su un approccio cognitivo comportamentale di gruppo (ma anche individuale), in cui le donne trovano sollievo nei gruppi di auto aiuto, dove viene coinvolto anche il partner. Circa due terzi delle mamme hanno migliorato la propria situazione.
STRADE è il primo studio italiano condotto da più centri specializzati nella cura della depressione post partum. E ancora una volta la parola chiave è: prevenzione. Per questo diversi operatori socio sanitari sono coinvolti in questo percorso in modo che le donne possano essere ascoltate e non sentirsi sole.
Un piccolo passo in avanti su un problema di cui non si parla mai abbastanza.
E voi unimamme, cosa ne pensate?
(Fonte: Corriere della Sera)