Da una storia vera accaduta in Francia, nasce un emendamento proposto e poi inserito nel Job Act Italia.
Il governo italiano ha previsto la possibilità di cedere le ferie. Ebbene si, tra dipendenti di una stessa azienda sarà prevista la possibilità di donare le proprie ferie.
Una legge simile alla francese Mathys scritta in riferimento ad un fatto realmente accaduto.
Lavoro e solidarietà: in Francia si donano le ferie
La storia comincia nel 2008 quando al piccolo Mathys Germain viene diagnosticato un male. Il padre Christophe Germain lavora alla Badoi di Saint-Galmier, cittadina nella regione della Loira. Questo fatto scatena tra i colleghi di Christophe una gara di solidarietà. In quel momento la cosa più preziosa per il padre di Mathys era di certo il “tempo”. I colleghi trovano la formula per poterlo aiutare in questo momento delicato della sua vita ed hanno deciso di cedergli 170 giorni di RTT – “réduction du temps de travail”- che ognuno aveva in “portafoglio”. In pratica giorni di recupero. Solo in questo modo il padre ha potuto assistere Mathys in particolare negli ultimi mesi di vita.
Quanto accaduto in questo caso, e la formula di solidarietà messa in atto spontaneamente in quell’azienda non erano stati previsti da nessun codice, da nessuna legge. Le aziende che hanno conosciuto questa esperienza hanno fatto in modo di replicare la stessa possibilità nelle loro aziende, per i loro dipendenti. Alla fine, sull’onda di questo caso, il Governo francese ha adottato una legge che prevede i permessi non pagati in caso di malattia grave di qualche familiare. Da qui nasce la battaglia di Christophe Germain per rendere legale questa semplicissima forma di solidarietà.
Donare le ferie: l’emendamento proposto in Italia
Nella delega sul lavoro sarà prevista la possibilità di cedere le ferie, che vanno oltre il minimo fissato dalla legge a colleghi che ne hanno bisogno. Lo ha annunciato il relatore del provvedimento e presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, a margine della seduta. L’emendamento, già presentato in commissione, dovrebbe essere riformulato dal governo e, dopo il parere della commissione Bilancio, approvato dalla commissione Lavoro.
Guardando i rapporti tra donne e lavoro in Italia e nel resto del mondo siamo convinti che questa sia una buona normativa da aggiungere alla ricerca di un miglioramento nell’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.
Voi Unimamme cosa ne pensate? Siete favorevoli all’introduzione di questa possibilità?
(fonte: vita.it)