L’enuresi, ossia il volontario o involontario rilascio ripetuto di urina nei vestiti o a letto è un problema che colpisce molti bambini e che, spesso, viene ignorato dai genitori.
Enuresi nei bambini: perché accade
La pipì a letto, in particolare, è un fenomeno comune, colpendo:
- circa il 27% dei bambini dell’età di 4 anni,
- il 15% di 5-6 anni,
- il 6-7% di 9-10 anni,
- il 3% di 12 anni
- l’1% di 18 anni.
La causa è multifattoriale, anche se alcuni ricercatori hanno osservato che si tratta del disagio psicologico di gran lunga più diffuso tra i bambini, soprattutto nei maschi.
Il disturbo tende a presentarsi quando il bambino vive condizioni di ansia, stress o particolare tensione emotiva, come succede per esempio alla nascita di un fratellino, in seguito a separazione dei genitori, all’inizio della scuola, in caso di trasloco, ecc.
È importantissimo escludere quanto prima la presenza di problemi medici.
Al 3° Congresso nazionale del Simpef (Sindacato medici pediatri di famiglia) sono stati presentati i primi dati di un progetto di ricerca promosso in collaborazione con il sito enuresi.net e realizzato da un gruppo di medici esperti di enuresi notturna.
Tale progetto si articola di due fasi, aventi rispettivamente come finalità quella di:
- stabilire la frequenza del disturbo tra bambini e bambine nella fascia d’età 6-8 anni (c.d. indagine epidemiologica), da attuarsi mediante la somministrazione di un questionario sul comportamento dei propri figli alle famiglie;
- organizzare corsi di formazione per pediatri al fine di diffondere il pensiero che anche per l’enuresi notturna esistono delle cure specifiche e funzionanti.
L’enuresi notturna può essere un problema medico in cui sono implicati diversi aspetti:
- ereditari
- genetici
- meccanismi biochimici
- meccanismi ormonali
- iperattività della vescica
- problema del risveglio.
Per tutti questi fattori, il disturbo dell’enuresi notturno dev’essere affrontato con una cura regolata sulla base dell’incidenza di uno o più fattori.
L’enuresi notturna può essere curata da fattori comportamentali, ossia facendo apprendere al bambino semplici abitudini prima di andare a dormire, da associare, nei casi in cui è necessario, a cure quali:
- assunzioni di farmaci per migliorare la funzionalità vescicale
- utilizzo di un sensore posto sulle mutandine che emette un segnale acustico e sveglia il bambino al contatto con le gocce di urina, e che poi con il tempo, mediante l’instaurarsi di un riflesso condizionato automatico, consentirà un risveglio autonomo alla comparsa dello stimolo.
Insomma, se i vostri bambini soffrono di enuresi notturna, non preoccupatevi: rivolgetevi al vostro pediatra e trovate con lui la cura più adatta.
E voi unimamme avete mai incontrato questo inconveniente con i vostri figli?