Giovani e lavoro: il futuro è nell’high tech e nell’agricoltura

Mentre la disoccupazione è sempre più un problema che affligge non solo le nuove generazioni, le aziende faticano a trovare professionalità adatte e qualificate per lo sviluppo del proprio business. Vi abbiamo parlato dell’ incredibile  paradosso del mercato del lavoro registrato nella classifica delle professioni più ricercate oggi dalle aziende.

Ma se guardiamo al futuro, quali saranno la professioni di domani?

Negli anni 50′ l’Italia era un paese di agricoltori, poi trasformati in operai e poi in impiegati… oggi disoccupati. La questione della disoccupazione giovanile è una dura realtà, quindi? Come stanno reagendo i giovani?

Le professioni del futuro: hi-tech e agricoltura

Se alcuni giovani stanno direzionando la loro ricerca verso lavori appartenenti ad un terziario avanzato e dell’ information technology seguendo la linea ideale di avanzamento di nuovi ruoli e figure professionali, altri stanno andando in direzione letteralmente opposta, riscoprendo il valore della terra. E non pensate ad etichette come “ambientalismo“, “anticapitalismo“, e chi più ne ha più ne metta. Non è affatto così.

L’Italia sta diventando il paese dove innovazione e tradizione trovano un punto di incontro eccezionale. Una eccellenza che è il risultato dell’unione straordinaria tra giovani al di sotto di 35 anni, nuovi saperi, tecnologia,  e mestieri di una volta legati all’agricoltura.

Un altro segnale ci arriva dalle iscrizioni alle Facoltà di Agraria, che nell’ultimo anno hanno segnato un +45%.

E se un tempo la produzione agricola era necessaria a sfamare, oggi oltre questa finalità ce sono molte altre: dalla produzione di fibre naturali, all’industria energetica, per ritornare all’agroalimentare per  alla soddisfazione più sopraffina del palato.

Agricoltura: i dati da primato di una vera eccellenza italiana

Conosciamo qualche numero del settore agricolo italiano:

  • crescita interna  pari a + 4,7% nel 2013;
  • aumento del fatturato prodotto all’estero del + 5%;
  • aumento dell’occupazione del + 5,6%;
  • ben 77 i prodotti per cui l’Italia è tra primi 3 paesi al mondo;
  • ben 23 i prodotti in cui è la prima (tra cui pasta, aceto, fagioli)

A cosa sono dovuti questi primati?

  • qualità delle produzioni e una grandissima capacità di generare valore aggiunto ;
  • sicurezza dei prodotti rispetto residui chimici;
  • produzioni biologiche.

Ed è proprio sul biologico che il nostro paese non ha eguali. In Italia risiede infatti il 17% di tutto l’universo dei produttori europei! Insomma la bio-economy, l’insieme di tutte quelle attività economiche e scientifiche che comprende tutte le produzioni di risorse biologiche, sostenibili, rinnovabili,  è un settore appena nato ma che nel nostro paese vale già  241 miliardi di euro e occupa 1,6 milioni di persone.

Insomma, se l’Italia ed il mondo si preparano ad assistere all’Expo 2015 il cui tema sarà: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, moltissimi giovani italiani sembrano aver già capito come è possibile vestire, sfamare, riscaldare, deliziare, occupare, miliardi di persone senza distruggere la Terra.

Vi lasciamo a questo video, un assaggio del futuro che è già presente, l’idea brillante di due giovanissime donne che “si sono messe in testa” di produrre tessuti naturali dalle arance.

E voi care Unimamme, credete a questo futuro per i vostri figli?

 

(fonte: lastampa.it/Linkiesta)

Gestione cookie