Il disturbo ossessivo compulsivo (chiamato in gergo anche DOC), un disturbo d’ansia, si può manifestare anche in gravidanza oppure subito dopo la nascita.
Diventare genitori comporta infatti grandi responsabilità e questo può far scatenare una serie di meccanismi che secondo la mamma possono contribuire alla qualità di vita del bimbo, ma che invece condizionano l’esistenza della futura o neo madre in primis.
Maternità e DOC: i sintomi più comuni e come intervenire
Cos’è quindi il DOC? Le mamme, ma anche i papà, possono avere paura
- che il bambino possa venire contaminato dallo sporco, dai germi o da agenti chimici
- di fare del male al bambino, accompagnando queste idee a pensieri di contenuto sessuale
Le ossessioni aggressive e sessuali possono essere molto comuni, specialmente le prime che consistono nell’aver paura di far del male al bambino.
Ovviamente questi pensieri mettono in crisi molte mamme che temono di perdere il controllo. Così i pensieri diventano ossessioni, ovvero idee o immagini assurde e inaspettate. In questo modo la donna arriva a sentirsi in colpa, spaventata e disgustata da sé stessa. Per trovare sollievo da queste continue immaginazioni, la mamma può trovare sollievo in atti ripetitivi, chiamati compulsioni.
Le compulsioni, azioni rituali compensatorie, hanno lo scopo, almeno temporaneamente, di ridurre l’ansia. Possono ad esempio essere:
- pulire,
- lavare,
- sterilizzare,
- controllare durante la notte che il bambino respiri
- cercare continuamente conferme del proprio comportamento.
L’alternativa è cadere in depressione, per il sovraccarico emotivo ripetuto.
Una conseguenza di questo disturbo è anche quella di allontanarsi dal bambino: se un genitore ha pensieri indesiderati riguardo il figlio potrà decidere di passare meno tempo con lui, influendo quindi sulla relazione con il bambino, che sappiamo essere molto importante.
Secondo Claudia Ravaldi, psicoterapeuta, esistono più modalità d’intervento, tra cui anche accorgimenti semplici che aiutano la mamma a ridurre l’ansia.
Il DOC è quindi un disturbo d’ansia che può colpire 1 donna su 100 in gravidanza e 2-3 su 100 nel primo anno di vita del bambino. Alcune possono averne già sofferto in precedenza, oppure la gravidanza e il parto possono essere fattore scatenanti.
Come per la depressione post partum, è importante che la mamma non eviti il problema ma che si rivolga ad un terapeuta che possa aiutarla a guarire: solo così infatti potrà uscirne, anche perché – come ripetiamo sempre quando si tratta di salute mentale materna sia perinatale sia nel post partum – se non trattati i disturbi possono diventare molto più gravi e coinvolgere ovviamente il rapporto con il bambino.
E voi unimamme cose ne pensate?