Negli ultimi giorni impazza su tutti i social network l’Icebucket Challenge , un gioco-sfida che sta facendo molto parlare di sé.
In cosa consiste?
L’ Ice bucket Challenge consiste nel versarsi addosso un catino d’acqua gelida e subito dopo si hanno 24 ore per effettuare una donazione all’Aisla ovvero l’ Associazione Italiana per la lotta contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica. L’ultimo passo è poi quello di nominare altre 3 persone perchè facciano la stessa cosa.
E così via, una “catena di Sant’ Antonio” di solidarietà.
La trovata ha avuto una portata enorme e dal primo video pubblicato ad oggi, sono in tanti quelli ad aver aderito e tra di loro ci sono personaggi famosi, vip, cantanti…
Al di là delle critiche che questa iniziativa, che è rimbalzata su tutti i social network, ha scatenato, le donazioni ricevute dall’Aisla sono state tantissime e come dice Mario Melazzini presidente di AriSLA, Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica: “nella nostra società parlare di disabilità e malattie gravi crea angoscia, quindi è importante far capire che si può aiutare la ricerca anche con il sorriso. Non entro nelle polemiche sulle raccolte fondi e sull’impegno reale o meno di tanti vip, dico soltanto che se questa iniziativa è servita, come mi sembra, a far capire che la ricerca è l’unica arma contro la malattia, e che occorre che tutti diano il proprio contributo perché non esistono fondi pubblici, io sono soddisfatto” e poi ancora:
“Spero che l’#icebucketchallenge diventi un ‘volano cronico’ che attiri sempre più persone e le renda consapevoli della vera sfida: garantire sufficienti fondi alla ricerca contro la Sla e le altre malattie rare e gravi. La mia sfida al presidente di Farmindustria aveva proprio questo scopo: far capire alle big pharma che la produzione di farmaci non deve e non può obbedire solo a logiche commerciali”.
E questo auspicio è anche il nostro, perchè davvero è importante che si trovi presto una cura per questa malattia terribile.
E voi? Siete pronte per il vostro Icebucket?
Fonte: www.vita.it