Negli ultimi anni la crisi economica che ha attanagliato il mondo intero, non escludendo l’Italia, ci ha messo davvero a dura prova. Spesso ci si è trovati in difficoltà e le famiglie, ancora oggi, stentano ad arrivare a fine mese.
Abbiamo già scritto di come vivere in povertà blocchi lo sviluppo del cervello dei bambini e, proprio per questo, ci preoccupano i dati allarmanti dell’Eurostat, secondo cui 1 bambino su 3 vive in condizioni di povertà.
Bambini a rischio povertà: 1 bambino su 3 in Italia
Secondo una recente indagine sostenuta da Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, in Italia ci sarebbero circa 3 milioni e mezzo di bambini a rischio di povertà e dunque di esclusione sociale. Tale risultato, a ridosso della Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, che si terrà il prossimo 20 novembre, ci mette tanta ansia e ci trasmette oggettiva preoccupazione poiché, purtroppo, non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel della povertà.
Secondo tale studio nel 2015 circa il 27% dei minori, dunque con età compresa da 0 a 17 anni, vivrebbe in condizioni di estremo disagio e povertà. Se vediamo la nostra situazione in relazione ai nostri ‘fratelli’ europei vediamo, poi, che c’è, addirittura, chi se la passa peggio di noi.
Ecco, infatti, come stiamo messi in Europa a livello di povertà:
1- Svezia, con appena il 14% di minori a rischio povertà o esclusione sociale
2- Finlandia, 14,9%
3-Danimarca, 15,7%
4- Slovenia, 16,6%
5- Olanda, 17,2%
6- Repubblica Ceca e Germania, 18,5%
7- Italia che è aumentata passando dal 29,5% del 2010 al 33,5% dello scorso anno
8- Spagna, 34,4%
9- Ungheria, 36,1%
10- Grecia, 37,8%
11- Romania, 46,8%
12- Bulgaria, 43,7%
un panorama davvero poco incoraggiante considerando che dalla classifica di Eurostat si evince che in circa la metà degli Stati membri dell’UE, il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale è cresciuto dal 2010 al 2015.
Sono bambini considerati a rischio povertà tutti quelli che vivono in famiglie titoli di studio non molto elevati e che, loro malgrado, fanno fatica ad arrivare a fine mese e che hanno difficoltà a fronteggiare alcune situazioni critiche quali:
- pagare le bollette affitto/mutuo o di utilità in tempo,
- tenere a casa in modo adeguato caldo,
- affrontare spese impreviste,
- mangiare carne, pesce o una proteina equivalente ogni due giorni,
- godersi una settimana di vacanza lontano da casa,
- mantenere un’autovettura,
- avere una lavatrice,
- avere TV a colori,
- avere un telefono (compreso quello mobile)
E voi unimamme conoscete bambini che vivono tale realtà? Converrete con noi che purtroppo è una triste realtà che ci riguarda molto da vicino. Ecco allora che serve assolutamente che il governo decida di dedicare maggiori fondi alla spesa per infanzia e famiglia.