Voglio iniziare l’articolo con una battuta tratta dal sito di Spinoza: ” Tutte le scuole in piazza. E niente, è questa la riforma”
Il 5 maggio (data memorabile per la morte di Napoleone e l’immortale poesia di Manzoni a lui dedicata: Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, la spoglia immemore orba di tanto spiro….) sono scesi in piazza i docenti di tutte le scuole d’Italia. E insieme a loro c’erano genitori, alunni, precari e tutto quello che rappresenta il mondo della scuola, mai così bistratta come in questi ultimi vent’anni. Tutti uniti contro la “Buona Scuola”, la riforma tanto acclamata dal presidente del consiglio Renzi ( terzo presidente di seguito non eletto dal popolo, dopo Monti e Letta, questo è sempre bene ricordarlo).
Per la prima volta, dopo tanti anni, tutte le sigle sindacali si sono trovate univocamente d’accordo per scioperare contro questa riforma che, a tratti, oserei definire indegna. Solo per citare alcuni punti:
- l’idea che sia il preside a decidere le assunzioni, secondo un albo creato appositamente regione per regione o provincia per provincia
- la proposta di destinare il 5 x 1000 all’istituto del proprio figlio ( e immaginiamo il peso del CUD di un ricco imprenditore che abita in un quartiere bene di una città rispetto a quello di un impiegato ammassato in periferia)
- gli sgravi riconosciuti alle scuole paritarie
- i tagli sull’edilizia scolastica (che fanno indignare anche gli studenti)
- senza addentrarci sui numeri ballerini per quanto riguarda l’assunzione dei precari.
Questi sono i motivi più lampanti del perché c’è chi ha deciso di criticare aspramente il signor Renzi e la ministra dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini.
Si parla di un’adesione dell’80% , classi deserte lungo tutta la penisola:
- in 50 mila al corteo di Roma,
- in 30 mila hanno sfilato a Bari,
- 25 mila a Milano,
- 10mila a Cagliari.
Renzi ha risposto nel pomeriggio difendendo il suo ddl denominato la Buona Scuola ma aprendosi al dialogo. Ha sciorinato numeri, vantando che questo è il primo governo che stanzia 3 miliardi di euro per le assunzioni. In un momento di crisi, come in questo inizio millennio, sembra che il solo fatto di assumere comporti il disgregamento di tutto il resto.
Non bastano solo proclami e la messa in regola dei precari, se poi viene minato tutto il resto rendendo l’istruzione solo “roba per ricchi”. La sicumera del nostro Presidente ha vacillato solo per un semplice motivo: il bacino di voti per il PD rappresentato dal mondo dei docenti, storicamente sempre a sinistra.
Cari Unigenitori può sembrare un articolo un po’ troppo politico, ma le decisioni di questo Governo sull’istruzione gravano sui nostri figli e credo che questo non passi in secondo piano. Siete d’accordo?
E concludo citando sempre la poesia di Manzoni, pensando al più giovane presidente del consiglio che abbiamo mai avuto :
Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.
(Fonte Il Fatto Quotidiano)