Ogni genitore cerca di tenere impegnato il proprio figlio in attività extra-scolastiche durante l’intero arco della settimana, dal catechismo ad attività sportive o di altro genere e questo perché spinti dalla convinzione che tenerli impegnati in qualcosa possa portare loro giovamento e possa stimolare le loro conoscenze.
Gioco dei bambini: uno studio
Questo, in realtà, sembra non essere corretto secondo un recente studio condotto da un’equipe di psicologi infantili della Università del Colorado. Secondo questa ricerca organizzare le giornate ai nostri figli in ogni loro momento libero pregiudicherebbe le loro funzioni cognitive, cioè limiterebbe le capacità dei singoli bambini a cavarsela da soli.
Secondo gli esperti dell’Università del Colorado i bambini che trascorrono il loro tempo libero in attività libere e non indirizzate dai genitori sono più capaci di fissare e raggiungere degli obiettivi. Viceversa, coloro che partecipano ad attività pre-organizzate dai genitori, come la scuola calcio, le lezioni di piano o di qualsiasi altro corso con cadenza fissa, hanno minori potenzialità di fissare e raggiungere degli obiettivi in modo indipendente.
Il Professor Yuko Munakata ha diretto questa indagine che è stata condotta su un gruppo di bambini di 6 anni, suddivisi
- nel gruppo dei “superimpegnati”, con agenda quotidiana piena di attività,
- quelli “liberi” che potevano scegliere autonomamente quando e come giocare e passare il tempo libero dopo la scuola
sottoponendoli a vari test di valutazione. Gli appartenenti al secondo gruppo hanno dimostrato di avere maggiori capacità organizzative e di riuscire a fare delle scelte libere.
Lo stesso Munakata, parlando dell’importanza delle funzioni esecutive, ovvero di capacità decisionale e di scelta, ha dichiarato “Tali funzioni sono estremamente importanti nei bambini poiché li supporta in tutti gli aspetti della loro vita, dalla flessibilità con cui si passa da un’attività all’altra al superare gli ostacoli, a smettere di lamentarsi quando arrabbiati, ad aspettare ricompense e gratificazioni. Le funzioni esecutive sviluppate durante l’infanzia predicono anche i risultati della vita adulta, come le performance accademiche, lo stato di salute, la possibilità di raggiungere il successo e anche la predisposizione alla criminalità”.
Secondo quanto sostenuto dagli specialisti della Università del Colorado, dunque, bisognerebbe lasciare maggiore scelta decisionale ai nostri bimbi perché gli stessi sono in grado di gestirsi e di sostenere delle scelte piuttosto che delle altre.
Il Professor Munakata alla fine ci pone un interrogatico:
“Vuoi che il tuo bambino vada bene a scuola e si trovi bene nella vita?
E allora fallo giocare fuori perché ‘imparerà a impostare i propri obiettivi”
Se questo fosse vero libererebbe da un grosso senso di colpa tutti coloro che non riescono, loro malgrado, a iscrivere i loro figli a eventuali lezioni di qualche sport o di qualche altra attività. Dopotutto se ci pensiamo noi appartenenti a qualche generazione fa siamo cresciuti per strada a dare quattro calci a un pallone o a giocare a campana e allora perché non cerchiamo di fare qualche passo indietro? Non sempre nuovo è sinonimo di meglio, o no?
E voi cosa ne pensate di questo studio? Concordate o preferite sapere i vostri figli al sicuro affidati a degli istruttori?