Chi lo avrebbe mai detto che il simpatico maghetto con gli occhiali e la cicatrice in testa oltre che appassionare i più giovani, e non solo, alla lettura avrebbe anche insegnato loro a convivere con le diversità?
E già, è proprio così, chi ha letto le avventure di Harry Potter non conosce razzismo. Questo quello sostenuto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia, pubblicato, poi, sul Journal of Applied Social Psychology, condotto, in collaborazione con altri ricercatori dell’Università di Greenwich, su studenti italiani e britannici.
La ricerca è partita da un’indagine tra bambini e adolescenti per conoscere quali effetti provoca negli stessi la lettura fantastica delle avventure di Harry Potter. Sembra che gli appassionati del maghetto di Hogwarts e suoi sostenitori abbiano un’apertura mentale, un’empatia, verso alcune diversità, ovvero nei confronti di
- immigrati,
- omosessuali
- e rifugiati,
categorie sociali ricche di pregiudizi.
I risultati ottenuti per fasce d’età
Chiaramente i risultati ottenuti dalla ricerca, che ha avuto immediatamente una vasta eco internazionale, rimbalzata anche sul New York Magazine Science, sono diversi a seconda dell’età dello studente, infatti:
- nelle scuole elementari i bambini si sono mostrati più positivi nei confronti degli immigrati,
- mentre gli studenti delle scuole superiori che hanno letto più libri di Harry Potter hanno evidenziato un atteggiamento più positivo nei confronti degli omosessuali.
Lo studio condotto, poi, anche sugli universitari nel Regno Unito, ha confermato i risultati ottenuti in Italia e ha mostrato che il pregiudizio verso omosessuali, rifugiati e immigrati, diminuisce se ci si immedesima in Harry Potter, in Hernione o in Ron.
Il professor Loris Vezzali, leader del team di ricerca, ha dichiarato “La lettura di queste storie dovrebbe ridurre il pregiudizio perché il protagonista, Harry Potter, ha rapporti positivi con personaggi appartenenti a categorie sociali stigmatizzate, sebbene questi personaggi siano fantastici, essi sono umanizzati dall’autrice, in modo che le persone possano associarli a categorie reali, quali appunto immigrati, rifugiati, omosessuali”.
In una realtà sempre più razzista e intollerante ben venga qualsiasi supporto positivo, se poi si tratta di qualcosa che appassiona i più giovani ancora meglio, come le letture multietniche. E allora Harry Potter tutta la vita, già mi stava simpatico prima, figuriamoci adesso!!!
E voi, unimamme, cosa ne pensate di Harry Potter e della sua magia che fa sparire il razzismo?
(Fonte: gazzettadireggio.gelocal.it)