Lego abbatte gli stereotipi: perché dei giochi devono essere indirizzati solo ai maschi e certi alle femmine? Io ho una figlia e vedo già nei negozi che il mondo delle bambine ha questi denominatori comuni:
- è tutto rosa
- i giocattoli a disposizione sono o la cucina, o le bambole, o il piccolo ferro da stiro o la bancarella della frutta.
Lego: ecco le ultime novità
Insomma, per le case produttrici di giocattoli, le bambine sono destinate – anche se da grandi avranno una mente brillante predisposta alle scienze – a fare comunque i lavori di casa avvolte in una nuvola di colori pastello. Questo poteva essere vero negli anni ’50, quando le donne non avevano altro scopo nella vita che quello di sposarsi con un buon partito e di dedicarsi alla casa. Oggi i tempi sono cambiati, ma evidentemente si fa fatica ad accorgersene.
Lego, la casa produttrice di mattoncini colorati, ha già avuto modo di riflettere su questo argomento: sono state però le lettere di alcune bambine a spingere il marchio a creare anche una linea di figure femminili che possano ricoprire lavori considerati prettamente maschili:
- il paleontologo,
- il chimico,
- lo scienziato
- e l’astronomo.
Il progetto – proposto dalla dottoressa Ellen Kooijman – è stato selezionato da Lego e vedrà la luce ad agosto.
Una di queste lettere è di Charlotte, una bimba di 7 anni che aveva scritto: “Oggi sono andata in un negozio Lego e ho visto che era diviso in due sezioni: rosa per le bambine e blu per i maschi. Tutto ciò che facevano i giocattoli per bambini era stare seduti in casa, fare shopping, andare in spiaggia senza nessun lavoro, mentre per i maschi c’erano lavori e avventure“.
Un’altra bambina, Cecilia, di 3 anni, ha creato invece le sue personali figure di Lego mischiando parti maschili e parti femminili: il risultato? Le figure sono delle “super donne” che assomigliano a soldati o guerriere.
(potete vedere queste creazioni sull) .
A settembre 2013 è stato realizzato dal brand “The Scientist“, un giocattolo con le fattezze femminili, e la risposta è stata molto buona.
“Penso che questa figura sia un passo positivo perché dimostra che una donna può arrivare a fare una carriera da scienziata, tecnica, ingegneristica e matematica senza stereotipi di genere o senza che la chiamino “‘signora scienziata” ” ha dichiarato Elizabeth Sweet all’Huffington Post, candidata in sociologia all’Università della California.
E voi unimamme cosa ne pensate?