Da noi in Europa, la probabilità che una donna muoia durante la gravidanza o per il parto è 1 su 3300, invece, nei Paesi a medio e basso reddito le complicazioni sorte durante questo periodo sono la principale causa di morte tra le donna tra i 15 e i 19 anni. Qui, a perire sono 230 donne ogni 100 mila nascite.
Di queste e ben più gravi statistiche è consapevole Amref health Africa, che sostiene la salute di mamme e bambini africani e che proprio a loro dedica, per il secondo anno consecutivo, la campagna di sensibilizzazione “Mai più senza mamma“.
Nel mondo perdono la vita 289 mila donne ogni anno (800 ogni giorno), la situazione nei Paesi in via di sviluppo, come accennato, è molto grave, in modo particolare l’Africa Sub sahariana è il luogo in cui è più pericoloso dare alla luce un bambino. Qui, una donna su 40 rischia di morire in gravidanza o durante il parto, nonostante spesso si tratti di cause prevedibili e curabili.
Per questi motivi nella campagna “Mai più senza mamma“, di cui è testimonial Fiorella Mannoia, si fa leva sulla presenza materna che costituisce la speranza più alta di sopravvivere per un neonato che nasce in luoghi remoti, privi di assistenza sanitaria adeguata.
Amref si adopera affinché venga tutelata la salute delle donne africane che vivono in zone disagiate assicurando l’accesso
- a sistemi contraccettivi,
- servizi di ostetricia,
- cure prenatali e post natali
- e parti assistiti da personale qualificato.
Nelle comunità invece, Amref lavora sulla pianificazione familiare e sul diritto delle donne a gestire la propria fertilità, evitando l’orribile pratica dell’infibulazione.
Obiettivo principale di questa campagna è la tutela della salute materna e infantile in aree povere come l’Etiopia che siede al 173° posto su 187 per quanto riguarda l’Indice di Sviluppo Umano.
Con “Mai più senza mamma” si può migliorare l’accesso, per oltre 200 mila donne in condizioni socio economiche svantaggiate, a servizi sanitari adeguati durante la gravidanza e il parto.
Il sostegno andrà anche a 90 mila adolescenti che rischiamo gravidanze precoci e ripetute e alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di 5 strutture sanitarie e riproduttive.
Infine, riceveranno aiuto anche donne che in Italia vivono in condizioni di svantaggio sociale ed economico.
Accanto a Fiorella Mannoia vi è un altro volto, quello di Esther Madudu, candidata da Amref al Nobel per la Pace, ostetrica ugandese che dedica la sua vita a salvarne altre nell’ospedale Atiriri Health Center IV nel distretto di Katine.
Questa volonterosa donna, che lavora con passione per salvare mamme e bambini, presta servizio in un piccolo ospedale con 34 posti letto, ma lei e le sue colleghe sono infaticabili nel prestare aiuto alle donne in difficoltà.
Qui le ostetriche offrono servizi prenatali, la consulenza a mamme sieropositive, assistenza riguardo la prevenzione dell’HIV, l’educazione alimentare e le cure neonatali.
“Sono molto orgogliosa di rappresentare il lavoro delle ostetriche in Africa e di avere l’occasione di attirare l’attenzione sulle madri africane. Voglio dare loro voce e sensibilizzare tutti sulla necessità urgente di ostetriche in Asia” racconta Esther che però non manca di sottolineare le difficoltà quotidiane affrontate da lei e dalle colleghe come la mancanza di elettricità e di personale. “Il lavoro da fare è tanto e noi siamo pochi. Lavoriamo notte e giorno. Non ho tempo da dedicare ai miei figli perché il mio programma di appuntamenti è troppo fitto” aggiunge Esther che assiste a 45/50 parti ogni mese. Le ostetriche sono indispensabili per assicurare un parto sicuro per mamme e bambini.
La stessa Esther ha subito sulla sua pelle il dramma di perdere un figlio per carenza di ostetriche. La sua tragedia personale l’ha spinta a impegnarsi perché questo non accadesse ad altre mamme come lei. “Ho visto il mio bambino appena nato respirare a fatica. Non c’era nessuno che potesse mettere in atto le manovre di rianimazione. Lui è morto tra le mie braccia”.
Esther però deve fare fronte alla realtà di non avere abbastanza risorse per realizzare tutto ciò che vorrebbe come l’assistenza domiciliare alle mamme sieropositive. Molte donne non seguono le cure perché non vogliono che gli altri sappiano che sono malate e quindi non seguono le prescrizioni mediche pur continuando ad allattare finendo col contagiare anche i figli.
Grazie ad Amref Esther Madudu ha imparato a fronteggiare anche le gravidanze più difficili.
Se volete aiutare questa infaticabile e appassionata ostetrica, ma anche tutte le mamme e i bambini africani che necessitano di aiuto per sopravvivere, aderite anche voi alla campagna “Mai più senza mamma” contribuendo dal 2 al 14 novembre tramite l‘invio di un sms o telefonando da rete fissa al numero 45595.
Il valore di ogni donazione sarà di 2 Euro per ciascun sms inviato da cellulare e da rete fissa Vodafone e TWT, di 2/5 Euro per ogni chiamata effettuata da rete fissa TIM, Fastweb e Tiscali.
Unimamme, se le mamme non aiutano le mamme, chi può farlo? Insieme possiamo fare la differenza!