Nel lungo e appassionante tunnel in cui ci si trova nei primi mesi da neo mamma, una parola mi pulsava nella testa come un’insegna al neon rossa formato gigante: PAZIENZA!
Sì proprio la pazienza. Mentre cullavo, cambiavo, spiegavo, ascoltavo e annuivo. Ogni volta la scritta rossa al neon si accendeva, qual vivida fiamma, in soccorso della mia mente stanca. Il perché in verità non mi era molto chiaro. Funzionava e basta e quindi vale il detto: “squadra che vince non si cambia!”. Ora, subito dopo il tunnel, continuo ad usare il neon ma con più coscienza. La pazienza ha, e ha avuto, un ruolo fondamentale nel mio tentativo di essere una mamma imperfetta ma perfettibile.
Nella mia volontà di continuare a essere una persona che abbia qualcosa di interessante da raccontare a mia figlia e a me stessa.
Pazienza non solo con lei, eh no troppo semplice, ma con tutto il mondo che intorno a lei reclama attenzione.
E per mondo intendo: il piatto sporco nel lavandino, il libro che vorrei leggere, il messaggio cui rispondere e una carezza che vorrei ricevere o avere il tempo di dare. Pazienza per resistere al sonno, alla stanchezza, sì certo.
Ma, a mio avviso, la pazienza permette di stemperare gli umori, di rimettere a posto le priorità, di dire e fare le cose nel modo migliore. Nel nostro modo migliore. Permette di sopportare e sopportarci.
Permette di mettere a punto la nostra opera, quale che sia: “Arte e scienza non bastano: pazienza ci vuole per un’opera” parola del Faust di Goethe. Le avevo lette queste parole, ma non comprese a pieno: dai mesi d’attesa in poi, l’esercizio della pazienza sembra connaturato al fatto stesso di essere mamme e donne. Leggevo tempo fa la recensione di un libro di storia al femminile che si chiamava proprio: Santa pazienza. E ho capito, che quale “perfetta” ragazza degli anni ’80, la pazienza mi è sempre sembrata una virtù tipica delle zie antiche. Sbagliavo.
Come sbaglio ogni volta che confondo femminile con arrendevole, sdolcinato, superfluo o lezioso. Non è per niente la stessa cosa.
Santa pazienza! 🙂