Diventare madre non vuol dire avere automaticamente a disposizione le conoscenze e gli strumenti necessari a leggere e affrontare le emozioni e le problematiche che caratterizzano un momento così speciale. Tutte le mamme hanno bisogno di una rete di aiuti che parte dalla famiglia per arrivare al pubblico.
Le comunità tradizionali erano caratterizzate da una forte rete di sostegno al femminile, costituita da conoscenze e competenze universali e condivise.
Le società industriali hanno portato a una separazione e le donne si ritrovano spesso sole ad affrontare situazioni che richiedono sostegno, una tra le tante è proprio la maternità.
Quando ci si imbatte in un luogo come la Biblioteca “Casa dei bimbi” si è veramente fortunati, perché si incontra un sostegno che è allo stesso tempo professionale e familiare. Si tratta di una biblioteca comunale di Roma, specializzata per l’infanzia e in quanto tale promotrice del benessere di colei che è la principale responsabile dell’accudimento del bambino: la mamma.
Fin dal primo giorno in cui sono entrata alla Casa dei Bimbi con mio figlio, che all’epoca aveva due mesi di vita, mi sono sentita avvolta dall’amore che viene proiettato nei confronti della maternità.
Dopo la nascita si perde quella centralità che veniva destinata alla mamma come scrigno del futuro bambino e le attività organizzate in biblioteca per il post-partum cercano di riequilibrare proprio quel centro nella coppia mamma-neonato.
Un punto di partenza è sicuramente l’esercizio dei semi di pace tratto dal libro “Imparare a educare” di Walters Donald, Swami Kriyananda. Parliamo di un insieme di gesti e parole da ripetere quotidianamente al fine di caricarsi di energie e rafforzare la propria autostima. Durante gli incontri in biblioteca le mamme e i bambini lo praticano in gruppo per poi ripeterlo da soli a casa.
Per le unimamme che vogliono sperimentare a sinistra trovate le azioni e a destra le frasi da pronunciare ad alta voce e con convinzione:
(marciare stando fermi) sono ben desto e pronto
(braccia in avanti) sono positivo, pieno di energie
(braccia allargate) colmo di entusiasmo
(accarezzare il dorso) le cellule del mio corpo si risvegliano e gioiscono
(accarezzare la testa) il mio cervello sta bene, è saggio e forte
(unire le mani nel centro del corpo) vivo felice nel centro del mio essere
(aprire le braccia verso l’esterno) mi espando con amore per aiutare i miei simili
(inginocchiarsi) mi abbasso per sollevare chiunque pianga
(alzarsi sulle punte dei piedi) raggiungo le vette piu elevate del mio animo
(continuare a marciare) anche se i problemi mi attendono al varco, io li supererò tutti!
Una mamma sicura di sé aiuterà a rendere sicuro il bambino.
Essendo io madre di due figli e assidua frequentatrice della biblioteca, ho avuto modo di sperimentare più volte i benefici offerti dai laboratori per donne puerpere e ve li voglio raccontare.
“Di culla, di canto e di lettura” a cura di Antonia Maria Teresa Giordano e Giovanna Scatena è stato il primo laboratorio organizzato per neonati e neomamme a cui ho preso parte nel 2012 con Gioele.
Antonia Maria Teresa Giordano in qualità di Docente di Teatro per l’età Evolutiva e Giovanna Scatena, non una semplice bibliotecaria ma la vincitrice nel 2001 di un premio Ernesto Natan con il progetto “L’isola delle fiabe“, ci hanno guidato con passione e professionalità in questa profonda esperienza.
Abbiamo scoperto l’importanza del cullare non solo per il nuovo nato ma soprattutto per la mamma. La dottoressa Antonia MariaTeresa Giordano ci ha sostenuto nel senso letterale del termine: con le sue braccia ha cullato a turno ognuna di noi e ci ha invitate a ripetere l’esperienza anche in futuro, magari facendoci cullare dai nostri mariti o da altre mamme.
Accompagnate dalla musica di dolci ninne-nanne, che sappiamo avere diversi benefici, abbiamo esplorato il vissuto dei primi giorni di vita per comprendere quali sensazioni possiamo trasmettere ai nostri figli con il corpo e con la voce.
Il lasciarsi cullare non è stato così facile come può sembrare, in quasi tutte le mamme del gruppo sono emerse resistenze del corpo e della mente per proteggersi dall’intensità delle emozioni suscitate. Questo ci ha fatto riflettere su quanto sia impegnativo creare una relazione di fiducia che permetta di lasciarsi andare, di abbandonarsi con serenità all’abbraccio di chi ci è vicino.
In questa esperienza è stata fondamentale la regressione: il capire che prima di diventare madri siamo state delle figlie e abbiamo ricevuto delle cure che a livello conscio o inconscio hanno formato il nostro bagaglio emotivo di mamme, che in un modo o in un altro scegliamo di riproporre o rinnegare. Abbiamo esteso poi la regressione alla storia della comunità femminile e al modo in cui sceglieva di accudire i bambini.
Siamo tornate a un passato dove il cullare e cantare ninne-nanne era un gesto usuale e quotidiano. Partendo dal testo tradizionale in dialetto lucano della ninna nanna “Nia, nia, nia” ogni mamma del gruppo ha composto una poesia da dedicare e cantare al proprio figlio. Dall’unione dei pezzi più belli realizzati da ognuna di noi è nato un meraviglioso testo: “la canzone di tutte le mamme alla casa dei bimbi riunite per intrecciare le loro vite”, per citare una delle strofe. A casa abbiamo continuato a cantare quella ninna nanna e, se la sera tardavamo nel rituale, Gioele se la intonava da solo.
Continuiamo a parlare di sostegno, ma questa volta uscendo dalla culla e alzandoci in volo con il “postino delle mamme”.
Un altro laboratorio a cui ho partecipato ha chiamato in causa, sempre ritornando sulla tradizione, l’animale che attraverso la leggenda è diventato un simbolo della maternità: la cicogna.
Per anni infatti le nonne ci hanno raccontato che i bambini li portano le cicogne.
La Biblioteca Casa dei bimbi attraverso il laboratorio diretto da Tiziana Lionetti “Le parole non le portano le cicogne” ha voluto aggiungere qualche risorsa in più a quel fagotto lasciato in dono alla mamma dal famoso volatile.
La dottoressa Lionetti, affiancando al suo ruolo di bibliotecaria le competenze date dall’essere anche psicologa, attraverso tecniche di visualizzazione e conversazioni a tema ha aiutato le mamme a trovare parole per descrivere le sensazioni suscitate in noi dal rapporto con i nostri figli e con le persone che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni nello svolgimento dell’importante ruolo di genitrice.
Durante uno degli incontri, in cui eravamo come al solito tutte sedute in cerchio con vicino i nostri neonati, Tiziana ci ha invitato a chiudere gli occhi e a iniziare un percorso mentale in cui poi dovevamo visualizzare un pozzo e immaginare cosa poteva esserci dentro, io ho visto tre monete d’oro. In seguito Tiziana invitandomi a esplicitare quello che avevo visto, mi ha chiesto di associarlo a delle risorse che credevo di avere. Coraggio, curiosità e condivisione è quello a cui ho pensato. Quelle tre monete le ho portate con me e le tengo sempre strette in tasca. Quando posso le presto a qualche mamma o le consiglio di andarle a cercare dove le ho trovate io, in quei luoghi come la Casa dei bimbi dove le mamme vengono accolte e cullate.
Voi unimamme cosa ne pensate? Vi piacerebbe essere cullate come il vostro bambino? Avete anche un voi un posto speciale come la “Casa dei Bimbi”? Vorreste condividere questa esperienza con un’altra mamma? Magari componendo voi stesse le ninne nanne… Fateci sapere.