Secondo i medici e diverse cliniche per la fecondazione in vitro tra le donne si sta diffondendo un fenomeno molto particolare, quello per cui dozzine di donne eterosessuali partoriscono un figlio senza aver mai avuto un rapporto sessuale con un uomo.
Madri vergini quindi, a tutti gli effetti. Secondo il The Mail 4 delle maggiori cliniche della fertilità britanniche hanno ammesso di aver aiutato madri eterosessuali vergini a concepire.
Mamme vergini: origini e caratteristiche di un nuovo fenomeno
Maha Ragunath, direttrice di una di queste cliniche, racconta la sua esperienza narrando che la percentuale di donne single che richiedono questo trattamento ormai costituisce il 10% del totale. Per quanto riguarda i soggetti si va dalle donne con un lavoro ordinario o che stanno ancora studiando ad altre che addirittura vivono ancora con i genitori.
Moltissime sono ancora molto giovani, essendo nel loro ventennio.
Ma se si chiede loro il perché di una simile scelta queste rispondono che si sentono pronte per avere un figlio e non vogliono attendere il partner giusto.
Una piccola percentuale non ha mai avuto una relazione né incontri sessuali.
“Sono entusiaste di procedere da sole e non si curano delle implicazioni del portare un bimbo in questo mondo o come potrebbero affrontare una nuova relazione” specifica la donna.
Queste mamme vergini inoltre devono pagare per ricevere la fecondazione in vitro perché il sistema sanitario nazionale inglese impone che le donne debbano aver cercato di concepire in modo natura, per avere diritto all’aiuto dello Stato.
La scelta di queste donne però si presta a numerose obiezioni etiche, per esempio Josephine Quintavalle del Gruppo che considera la Riproduzione Etica, dichiara senza mezze misure: “che cos’è un bimbo per queste donne? Un peluche da scegliere ed estrarre dalla mensola?”
La donna calca sul fatto che così il ruolo del padre ne esce enormemente diminuito, se non peggio. “Proseguendo su questo cammino dove ci si fermerà?” si chiede la Quintavalle.
Di diverso avviso è però il Capo esecutivo del National Gamete Donation Trust che sottolinea come le donne abbiano il diritto di scegliere quale percorso scegliere e che invece dovrebbe essere responsabilità delle cliniche indagare perché vogliano agire così.
In generale però l’idea che una donna pensi di non avere bisogno di una famiglia per allevare un figlio potrebbe avere ripercussioni negative sulla società.
Questa nuova “moda” non può non toccare anche aspetti religiosi, per cui la famiglia viene concepita formata da una mamma e un papà in ambito cattolico. Più duro è invece l‘Imam Suhahib Hasan, a capo del British Islamic Sharia Council che accusa i medici di comportarsi come “Dio”.
“Se togliete di mezzo gli uomini la donna rimane solo una macchina per l’allevamento. Qui una donna sta negando il diritto di un bimbo ad avere un padre”.
Tracey Sainsbury, consulente per la fertilità e ricercatrice presso una clinica londinese sottolinea che i casi sono molto diversi, ci sono donne che hanno avuto partner con cui non hanno mai fatto sesso, donne single lesbiche, oppure potrebbero avere ragioni mediche che impediscono loro il sesso.
“Sentono di non aver ancora trovato il partner giusto con cui fare sesso, ma vogliono un figlio ora“ dichiara questa consulente per la fertilità.
D’altra parte la Sainsbury stessa sostiene che queste donne, sia eterosessuali che lesbiche, hanno riflettuto a lungo sulla genitorialità, sulle implicazioni per se stesse, la propria famiglie e il bimbo stesso. “Non esiste incertezza sul loro desiderio profondo di diventare genitori”.
Secondo la professoressa Geeta Nargund di una di queste cliniche per la fecondazione in vitro, le mamme vergini sono donne che hanno problemi col sesso pur essendo in una relazione. “A volte si tratta di un problema psicofisico, ma in alcuni casi anche religioso e culturale” aggiunge la professoressa.
Lo psicoterapista Dilys Daws ritiene che il fatto che queste mamme vergini si rivolgano a trattamenti di fecondazione in vitro vuol dire che non sono matura abbastanza per essere vicine, anche fisicamente, a una persona. Se queste donne temono la vicinanza fisica allora il loro bimbo non verrà allevato con amore.
Le cliniche però si difendono dichiarando che le donne, prima di avviare un processo, devono incontrare un consulente che spiega le implicazioni del loro gesto, i medici però dovrebbero assicurarsi delle circostanze in cui un bimbo viene alla luce, soprattutto nel caso di una mamma vergine.
Un consulente della Harley Street Infertility dichiara “solo perché a parlare sono i soldi non vuol dire che sia la cosa giusta da fare”.
Mamme vergini: quando le adolescenti mentono
Rimanendo sempre su questo tema in America è stato condotto uno studio compiuto su giovani e adolescenti per stimare l‘incidenza di chi dichiarava di essere incinta pur essendo vergine, includendo i vari fattori ad essa relativi.
Sono state considerate:
- 7870 donne arruolate a ondate dal 1995, l’ultima ondate è del 2008-2009
- lo 0,5% di queste donne ha riportato una gravidanza da mamma vergine senza ricorrere all’uso di tecnologie scientifiche, questo però nella maggior parte dei casi è stato riconducibile a voti di castità religiosi e a una scarsa comunicazione dei genitori a proposito dei contraccettivi e del controllo delle nascite
I risultati pubblicati dal British Medical Journal ci fornisce anche un piccolo spaccato della gioventù odierna, che forse per imbarazzo, ignoranza, ecc… tenta di negare l’evidenza.
Unimamme e voi cosa ne pensate invece delle donne single che non hanno mai avuto una relazione o un rapporto intimo e che sono decise però ad avere un figlio?
Dite la vostra se vi va.