Il Parto, alcune definizioni

La parola parto significa: espulsione per le vie naturali o estrazione dall’utero del prodotto del concepimento, ma più propriamente il parto è il processo con il quale:

  • la donna espelle il prodotto del concepimento dall’utero (naturale),
  • il feto viene estratto dal corpo materno (cesareo).

Inoltre, si parla di parto:

  • fisiologico o normale o eutocico, quando tale processo si svolge unicamente con le forze proprie e senza alcun pericolo per la madre o per il feto;
  • patologico o distocico, quando invece comporta pericoli per la madre o per il feto.

A seconda delle volte in cui partorisce, si parla di donna:

  • primipara, colei che partorisce per la prima volta,
  • secondipara, la donna che partorisce per la seconda volta,
  • terzipara, la donna che partorisce per la terza volta,
  • pluripara, se i parti sono più numerosi.

In base a quando avviene, si dice parto:

  • abortivo (o aborto) quando avviene prima della fine del sesto mese (prima del centoottantesimo giorno di gravidanza, contato a partire dalla data di inizio dell’ultima mestruazione);
  • prematuro, quando si verifica tra la fine del sesto mese (181esimo giorno) ed il 260esimo giorno;
  • precoce, quando avviene tra il 261esimo giorno ed il 275esimo giorno;
  • a termine, se si verifica tra il 276esimo giorno ed il 285esimo giorno (cioè alla fine del nono mese);
  • tardivo, quando avviene tra il 286esimo ed il 300esimo giorno.

Circa il meccanismo di insorgenza del travaglio del parto, le conoscenze mediche  non sono del tutto chiarite: quasi certamente i fattori che entrano in gioco sono molteplici e si manifestano gradatamente, a partire dalla fine del settimo mese, alternando e demolendo piano piano l’equilibrio biologico che si era instaurato con la gravidanza.

Una particolare importanza ha la modificazione della produzione di ormoni da parte della placenta, ossia all’avvicinarsi del parto:

  • aumenta la quantità di estrogeni prodotta,
  • diminuisce quella del progesterone.

Tali alterazioni ormonali facilitano l’inizio delle contrazioni uterine, perché il progesterone diminuisce l’eccitabilità della muscolatura dell’utero, mentre gli estrogeni rendono il miometrio (il rivestimento muscolare dell’utero) più sensibile agli stimoli capaci di determinarne la contrazione. Ma degli ormoni parleremo in maniera approfondita un’altra volta…

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