Pedofilia: non accettare caramelle dagli sconosciuti.

Una violenza inspiegabile.

Un dramma sociale, un sommerso che spaventa per la mole.

Una parola che fa venire i brividi. Una tragedia che esiste, purtroppo.

L’enciclopedia la descrive come “Devianza sessuale che si manifesta con azioni, ricorrenti impulsi e fantasie erotiche che implicano attività sessuali con bambini prepuberi”.

Il termine pedofilia deriva infatti dal greco pais, paidos (bambino) e philìa (amicizia, affetto), e letteralmente significherebbe “affetto per i bambini”. Nella realtà delle cose c’è una linea sottile che separa l’affetto da una condizione morbosa, deviata, di richiamo sessuale nei confronti, appunto, verso i bambini.

La pedofilia va e si deve combattere con ogni mezzo, e se non tutto, tantissimo conta il ruolo dei genitori.

Eppure da una recente indagine alla base di una campagna contro la pedofilia, patrocinata dal Ministero delle Politiche sociali, sembra che solo 1 genitore su 10 sappia che cosa realmente sia, e addirittura 3 su 4 associano la figura del pedofilo in soggetti perfettamente sconosciuti, e non, come spesso raccontano drammaticamente le cronache, nell’amico o nel vicino.

Di fronte a questi dati sconcertanti il Movimento Italiano Genitori (Moige), con il contributo della Regione Lazio ed il patrocinio della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri), ha lanciato una campagna di prevenzione della pedofilia sui minori con un vero e proprio portale dedicato.

Navigando sul portale, la situazione è indubbiamente sconcertante e sono tanti i genitori che si chiedono come si possano proteggere i propri figli dagli abusi sessuali.

Innanzitutto va insegnato ai bambini a riconoscere un abuso, tramite una corretta educazione, anche sessuale, puntando sul rispetto dei limiti. Non è facile, per un giovane ragazzo, capire la differenza tra un abbraccio innocente, o una perversione, almeno fino a che questa non sia palese, ovvero, troppo tardi.

Purtroppo un pedofilo, non ha uno stereotipo per essere riconosciuto. Dalla cronaca sappiamo che si tratta molto poco di persone sconosciute, e molto spesso di amici, vicini o parenti. Stando alle statistiche è molto più frequente che il pedofilo sia un uomo, ma questa, che viene classificata tra i disturbi psichici, può “colpire” anche una donna.

L’arma più efficace che un genitore può mettere in campo resta la vigilanza sul minore, l’attenzione verso i suoi cambiamenti di umore, sottinteso che è assolutamente primario e fondamentale mantenere un dialogo schietto ed aperto.

Il Moige, oltre al portale dedicato, ha messo anche disposizione un numero verde (800.933.377) con degli esperti ai quali rivolgere domande.

Purtroppo nessun bambino è al riparo dalle insidie pedofile. Senza creare allarmismi i dati a disposizione non vanno sottovalutati, per questo ogni minore può e deve essere preparato a riconoscere il pericolo e a chiedere aiuto a un adulto di cui si fida.

Informiamoci per prevenire quindi, e cerchiamo di creare un contesto in cui i nostri figli si sentano tranquilli e sereni, e trovino sempre il coraggio di parlare e raccontare

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