La procreazione assistita: come funziona

Non sempre per una coppia è facile riuscire ad avere un figlio. Si può parlare di problemi di infertilità quando, dopo 18 mesi di rapporti mirati al concepimento tra due persone in età fertile, non si è ancora verificata una gravidanza.

In questi casi si può decidere di incominciare un iter per la fecondazione medicalmente assistita; esistono due tipi di procedimento:

  • quello vivo
  • quella  in vitro.

Tra poco vedremo di cosa si tratta.

Prima parliamo degli esami preliminari a cui una coppia deve sottoporsi.

  • Esami del sangue per rilevare i livelli ormonali;
  • Analisi del liquido seminale;
  • Analisi delle ovaie e dell’utero;
  • Accertamenti genetici per vedere se uno dei due potenziali genitori è portatore di qualche malattia, come la talassemia;
  • Isterosalpingografia, un esame con liquido di contrasto per vedere se le tube sono prive di ostruzioni e l’ovocita può passare.

Una volta eseguiti questi accertamenti, si passa alla fecondazione vera e propria.

Nella fecondazione a vivo, si ha che:

  • la donna viene sottoposta nei giorni precedenti a una blanda stimolazione ovarica, attraverso delle iniezioni o l’inalazione spray delle gonadotropine, ormoni che permettono all’ovaio di produrre più follicoli;
  • l’uomo deve invece raccogliere il liquido seminale,
  • i medici estraggono dal liquido seminale solo gli spermatozoi più mobili, poi inseriti nell’utero attraverso un sondino sottile con un intervento, senza necessità di anestesia.

La fecondazione a vivo può essere ripetuta per sei volte.

La fecondazione in vitro, invece, riproduce in laboratorio la fecondazione tra ovulo e spermatozoo. Ecco l’iter:

  • all’inizio del percorso la donna deve assumere tutti i giorni, tramite delle iniezioni, un ormone sintetico che permette l’inibizione dell’ovulazione spontanea;
  • una volta arrivato il ciclo, si parte con la stimolazione ovarica con la gonadotropina, assunta sempre attraverso delle iniezioni;
  • dopo circa due settimane, in cui si è sottoposte a continuo monitoraggio, vengono prelevati degli ovuli attraverso un intervento in anestesia generale;
  • i medici, nel giro delle ore successive, scelgono gli ovociti prelevati e li inseminano con il liquido del partner; dopodiché li inseriscono nuovamente nel corpo della donna sperando che si formi l’embrione.

La fecondazione in vitro può essere ripetuta anch’essa per sei volte.

C’è poi un ultimo caso di procedura di fecondazione, che è proibita in Italia: si tratta di quella eterologa. In tale procedura si utilizzano gameti esterni alla coppia, nel caso  in cui il partner non disponga di ovociti o spermatozoi (per esempio a seguito di una malattia oncologica), o nel caso di coppie omosessuali.

Il seme utilizzato proviene da una banca apposita, dove i controlli sono severi per evitare che ci siano malattie genetiche o cromosomiche. Idem per l’ovocita donato, anche per le donatrici infatti i controlli sono tanti e completi.

Dopo avervi illustrato brevemente tutto ciò…una frase viene dal cuore: non smettete di sognare!

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