Un nuovo fatto di cronaca riguardante una ragazza minorenne protagonista di un video in cui fa sesso orale con i suoi coetanei riporta in auge il discorso riguardante la sessualità delle nuove generazioni.
Le immagini del filmato al centro di questa storia farebbero tremare i polsi a qualsiasi genitore, protagonista è infatti una ragazzina di 13 anni che, invitata in un garage da 3 ragazzi tra i 14 e i 15 anni, è stata poi ripresa durante un rapporto orale con i tre coetanei.
Di lì a poche ore il video già girava su Whatsapp (l’applicazione di comunicazione per i telefonini di ultima generazione) e, di passaggio in passaggio, si stima che sia già arrivato a 5 mila destinatari.
La giovane interessata è traumatizzata, così come lo sono tutti i suoi famigliari che hanno deciso di portare la vicenda a conoscenza degli inquirenti che sono riusciti così a identificare i colpevoli e a denunciarli alla Procura dei minori.
Perché i ragazzi minimizzato l’accaduto?
A sconvolgere, oltre alla vicenda in se stessa, è anche la sua accoglienza da parte delle coetanee della ragazzina protagonista. Una compagna di scuola, per esempio, tende a minimizzare l’accaduto raccontando: “quel video è arrivato anche a me e non è l’unico di quel tipo...”
Lei stessa non ha pensato nemmeno per un momento di dire alla madre quello che le era arrivato sul telefonino e inorridisce all’idea: “cosa vuoi che vada a dire? Mamma c’è un mia compagna di scuola ripresa col telefonino mentre fa sesso?. Che assurdità. Certe cose non si dicono. Non sta bene. Il video l’ho cancellato. Non vorrai mica che mi tenga certe cose sull’iPhone”.
Sembra che questi ragazzini, già precocemente svezzati non si facciano problemi o si pongano il minimo interrogativo su fatti di questo genere. In questa ottica anche il trauma subito dall’amica pare addirittura “eccessivo”, perché, come dichiara Giulia “se uno fa quelle cose poi si prende le sue responsabilità“.
Il parere dell’esperto
Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia dell”Ospedale San Raffaele Resnati di Milano parla di sensation seeking, ovvero la ricerca spasmodica dell’emozione, dell’eccitazione.
Secondo le statistiche infatti i nostri adolescenti fanno sesso precocemente, ma senza capirne l’importanza, consumandolo in fretta e senza coinvolgimento.
Graziottin parla di atteggiamenti disinibiti da parte delle adolescenti, una sorta di anticipazione del comportamento sessuale e una tendenza alla promiscuità che si riflette nella pratica del sesso orale.
Le ricerche indicano che la prima volta dei giovani italiani è a 14 anni. A questo proposito l’esperta puntualizza che si tratta di un fenomeno molto complesso, ma che se si guarda dal punto di vista mediatico, sicuramente la nostra società promuove l’iper sollecitazione visiva (tv, pc, smartphone, cinema), un sovraccarico di stimoli erotici che dovrebbe essere compito delle famiglie gestire.
L’idea di Alessandra Graziottin non è quella di proibire la sessualità precoce, ma cercare di impedire che il piacere e l’eccitazione fini a se stessi siano l’unico scopo.
Genitori non tacete sul sesso!
Rileva sempre la Graziottin che spesso, l’errore di molti genitori è quello di pensare che i figli siano ancora troppo piccoli per affrontare certi argomenti. L’esperta invita i genitori a parlare coi loro figli: i padri ai maschi e le mamme alle figlie.
Questo è l’unico modo per proteggere davvero i figli dalle malattie sessualmente trasmissibili che poi possono avere conseguenze drammatiche sulla salute dei ragazzi, nonchè da esperienze traumatiche.
I figli non vi ascoltano? Ecco come risponde la Graziottin: “se i genitori parlano e ascoltano con attenzione, con affetto, con autorevolezza, il messaggio passa. Magari non la prima volta, ma passa. Repetita juvant, le cose ripetute aiutano ad assimilare un concetto, un comportamento, uno stile, e a farlo proprio, soprattutto se la ripetizione è all’interno di conversazioni attente che prendono lo spunto da occasioni e notizie diverse, se è all’interno di un rapporto educativo fatto di amore ma anche di regole e di sana disciplina“.
Ma quali sono le conseguenze di un atteggiamento di scuola e famiglia improntato al silenzio?
- più interruzioni di gravidanza
- più gravidanze nelle minorenni
- più malattie documentate
Una buona idea sarebbe anche quella di essere chiari e sinceri sul sesso, prenotando magari una visita ginecologica alle ragazze presso un consultorio per adolescenti e una visita andrologica per i ragazzi con medici che siano interessati a parlare anche di prevenzione.
Unigenitori si tratta di un argomento importante, del benessere e della salute dei vostri ragazzi che certamente vi stanno a cuore.
Voi avete parlato di sesso e prevenzione coi vostri figli? Vi hanno dato ascolto?
Fonte: Il Mattino/ Il Giornale.it / Alessandra Graziottin.it