Social network e minori: i comportamenti sbagliati che possono metterli in pericolo

Purtroppo ogni grande conquista dell’uomo porta con sé molti rischi e pericoli, specie per i più piccoli. È il caso di internet e della facilità con cui mette in contatto le persone: da un lato possibilità straordinarie, dall’altro opportunità anche per un malintenzionato di approfittare del mezzo e arrivare fino alle sue possibili prede.

Recentemente a Cannes è stato premiato un progetto della Ong Terre Des Hommes che ha puntato l’attenzione sul tema sempre scottante della pedofilia. Vi ricordate, ve ne avevamo parlato tempo fa: si tratta di “Sweetie”. Una bambina virtuale filippina di 10 anni che relazionandosi con gli adulti online aveva permesso di identificarne oltre mille pedofili pronti a spendere soldi per il turismo sessuale.

L’educazione, e quindi la prevenzione, rimane però la prima risorsa per una famiglia per contrastare il fenomeno e tenere lontani i pedofili dai propri figli. E la privacy, purtroppo,  non sembra essere una priorità delle nuove generazioni.

Secondo Save the Children 1 adolescente su 3 dà il suo numero di cellulare a persone mai viste conosciute online, mentre uno studio di Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking) che ha visto coinvolti 131 studenti di 13 anni, rivela come i loro comportamenti siano distanti da quella sfera che potremmo considerare di sicurezza, con l’ amicizia concessa senza alcuna scrematura  e quindi

  • bacini di amici da oltre 1000 utenti non sono una rarità,
  • innumerevoli le foto con amici postate senza consenso
  • e il 60% ha anche ricevuto commenti o messaggi a sfondo sessuale.

Il dato più allarmante però è un altro: in caso di situazione in cui venga ravvisato un pericolo, il 90% ha dichiarato che non ne avrebbe parlato con i genitori perché spaventato dalla loro possibile reazione.

Alcuni consigli pratici vengono da Yasmin Abo Loha, coordinatrice dei programmi Ecpat-Italia, che ha rilasciato un’intervista a D.it da cui emerge che non esiste un profilo ricorrente né tra gli adescatori né tra le vittime.

I più esposti sono i minori che utilizzano nick con espliciti richiami alla sfera sessuale o foto in pose ammiccanti . Fondamentale è insegnare ai ragazzi a distinguere il valore di un’informazione.

“Un esempio per chiarire cosa potrebbe accadere pur essendo attenti: mi è capitato in più profili di vedere pubblicate le foto dell’ingresso di casa di un amico con tag al proprietario e tanto di commento ‘a casa di Tizio, a Roma in Via …’. A cosa servono le impostazioni sulla privacy e le richieste di non comparire su un elenco telefonico se poi un ‘amico’ di Facebook lo comunica a tutta la Rete?” anche perché ” la ragione che può determinare la pubblicazione o meno delle stesse è l’essere ‘venuti bene’ oppure no”.

Il punto sul grooming (l’adescamento online ndr) lo fa Vincenzo Spadafora, Presidente dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in Italia. È stato in passato anche il presidente più giovane dell’Unicef.

Spadafora definisce i rapporti tra minori e nuovi media ‘una vera emergenza’. Il problema sono i comportamenti sbagliati che avvengono direttamente all’interno della cerchia di amici.

“I nuovi media non sono solo un nuovo strumento di comunicazione, ma un vero e proprio ambiente all’interno del quale stanno mutando le modalità di socializzazione, informazione e sviluppo dei bambini e dei ragazzi. Sottovalutare questo aspetto può comportare una totale cesura tra generazioni”.

E per quanto riguarda i genitori aggiunge: “Spesso ricorrono a divieti nell’utilizzo del computer, mentre la pubblicazione di foto generalmente avviene tramite applicazioni dal cellulare. Per questo è importante che anche loro siano informati adeguatamente”.

E voi unimamme, come vi ponete rispetto a questo problema? Parlatene, spiegate i rischi connessi con un uso “incosciente” dei nuovi media. E’ veramente importante!

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