E’ allarme sostanze tossiche nell’abbigliamento dei bambini. Dopo il rapporto lanciato da Greenpeace nello studio denominato “Little Monster“, in cui persino i grandi marchi sono stati coinvolti, ecco che scoppia un nuovo caso, questa volta relativo alle pellicce tossiche per bambini.
Le sostanze tossiche e cancerogene trovate nello studio LAV
Alcune indagini commissionate dalla LAV hanno denunciato “sostanze tossiche pericolose” e “possibili agenti cancerogeni” nella pelliccia di alcuni capi d’abbigliamento per bambini anche inferiori a 36 mesi. La Lega anti-vivisezione ha reso noto in due studi la presenza di sostanze pericolose nella bordatura di pelliccia di alcuni capi.
Ad essere coinvolte nel primo rapporto note firme italiane del settore bambino e del lusso come: il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci e Brums. La prima indagine ha portato il Ministero della Salute a ritirare dal mercato il 50% dei prodotti e la Procura di Torino all’apertura di una indagine.
Ma ecco che, solo pochi mesi, fa il secondo documento prodotto dalla stessa indagine “Toxic fur” ha messo sotto accusa altri capi, ed ancora una volta ad essere coinvolti noti marchi, in particolare:
- D&G cappotto per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio, contaminato dal Cromo VI (esavalente) e Cromo III (trivalente) che può causare irritazioni;
- Blumarine Baby giacca per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio, presenta elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide;
- Woolrich parka per bambino di età 24 mesi con inserto in pelliccia di cane procione, con elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide, risulta contaminata anche da elevati valori di Nonilfenolo Etossilato;
In tutti e tre sono state rilevate quantità di sostanze tossiche superiori ai limiti stabiliti dai regolamenti europei e questa una delle immagini lanciate proprio da Lav nella campagna per mettere in guardia dal pericolo. Queste sostanze possono agire come pesanti allergeni e sostanze cancerogene. Non è solo un risvolto etico legato allo sfruttamento animale per ricavarne la pelliccia da considerarsi ma la pericolosità per la salute umana.
La nuova indagine dell’associazione Anima
Ora, una nuova indagine condotta dall’associazione Anima, i cui test sono stati svolti dal laboratorio tedesco Intertek, hanno rilevato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene nell’abbigliamento con pelliccia di animali per bambini e adolescenti.
Viene spiegato che queste sostanze vengono introdotte quando la pelliccia degli animali viene pulita e lavorata, un processo che spesso avviene in Cina e dove vengono impiegati metalli pesanti, solventi e pesticidi.
Tra le firme e i capi sotto accusa:
- Canada Goose, completo neve per bambino di 18-24 mesi di età;
- Modström, giacca;
- Ver de Terre, completo neve per bambino di 18 mesi;
- Sofie Schnoor, capospalla per bambino di 4 anni;
- Bahne, giacca;
- Bahne, cappello per bambino di 3 anni.
Joh Vinding, direttore di Anima spiega:
“E’ spaventoso sapere che abiti fatti per bambini possono contenere molte sostanze chimiche e tossiche. Non credo che ci sono molti genitori che siano a conoscenza di questa cosa. La cosa migliore che chiunque possa fare per proteggere se stessi è, ovviamente, evitare la pelliccia. Invieremo i risultati della nostra ricerca ai politici e alle aziende di moda, così da iniziare una campagna che, speriamo, possa diffondere questa verità anche ai consumatori…”
Ad essere rilevate anche qui le seguenti sostanze:
- Formaldeide, che causa allergie e cancro.
- Interferenti endocrini, sostanze o miscele di sostanze che alterano la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo.
- Cromo Trivalente, che può causare allergie.
- Cromo Esavalente, causa di allergie ed eczema.
- Idrocarburi policiclici aromatici, che sono sostante cancerogene.
La commercializzazione sul territorio italiano dei prodotti di abbigliamento analizzati potrebbe essere inibita per il mancato rispetto del “Codice del Consumo”. La Lav ha sollecitato pertanto il Ministero della Salute a:
- effettuare una valutazione della pericolosità per la salute dei consumatori
- predisporre un divieto temporaneo cautelativo di esposizione nella rete di vendita dei prodotti in questione
- promuovere specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita
- infine vietare l’uso di pelliccia animale almeno nei prodotti, di abbigliamento e non, destinati ai minori, o comunque ai bambini.
Care Unimamme, conoscevate questa minaccia per la salute dei piccoli? Vi preoccupano questi dati o prevale la fiducia nei controlli?
(Fonte: Greenme; Repubblica )