Care unimamme, dopo avervi parlato dei metodi contraccettivi naturali mettendone in evidenza come non è vero che tutti presentano una bassa efficacia contraccettiva, vi riportiamo a conferma una ricerca tedesca che, come minimo, avrà fatto arricciare il naso ai sostenitori dei metodi contraccettivi piu’ conosciuti, non naturali, in vendita sul mercato. Scopriamo di che si tratta.
Metodo contraccettivo Sintotermico, efficace quanto la pillola
Secondo una ricerca condotta nel dipartimento di endocrinologia ginecologica dell’Università di Heidelberg, in Germania, pubblicata, poi, sulla rivista scientifica Human Reproduction, se si rispettano tutte le condizioni del metodo sintotermico l’efficacia è equiparabile alla pillola anticoncezionale:
- 0,4-0,6 % di gravidanze indesiderate con metodo sintotermico,
- <1% di gravidanze indesiderate utilizzando la pillola contraccettiva.
Lo studio tedesco ha controllato il ciclo mestruale di ben 900 donne per 10 anni, dal 1985 al 2005 e alle stesse è stato fatto utilizzare, come metodo contraccettivo, il metodo sintotermico che si basa, come sappiamo, su
- controllo della temperatura basale
- valutazione del muco cervicale.
Secondo Petra Frank-Hermann, prima autrice della ricerca, l’utilizzo del metodo sintotermico non è affatto difficile da imparare e sostiene che “le donne o le coppie che vogliono apprenderlo e applicarlo correttamente devono certamente informarsi, o su un libro o consultando un esperto, e quindi devono mettere in conto un maggior impegno rispetto alla pillola contraccettiva”.
I ricercatori hanno selezionato i dati di 900 donne, studiando di fatto le informazioni provenienti da ben 17648 cicli. Ogni mese infatti le donne hanno inviato grafici che mostravano i cicli e le loro osservazioni su temperatura basale e muco cervicale, e con registrata anche la loro attività sessuale.
Su queste 900 donne:
- 322 hanno usato solo il metodo sintotermico (“perfetto utilizzo”)
- 509 hanno usato il metodo sintotermico e metodi barriera occasionali durante i giorni fertili
- 68 donne non hanno descritto il loro comportamento sessuale
Nello specifico, i ricercatori hanno trovato che le coppie che si sono astenute dal sesso o che hanno usato un metodo barriera durante i periodi fertili, il tasso di gravidanze indesiderata è stato rispettivamente dello 0,4% e dello 0,6%.
Il metodo sintotermico identifica l’inizio e la fine del periodo fertile di una donna usando 2 misurazioni, quella della temperatura basale e quella delle secrezioni cervicali, per avere un doppio controllo.
Il primo giorno fertile si ha quando la donna:
- scopre o nota il cambiamento del muco cervicale
- ed è al sesto giorno del ciclo.
Dopo 12 cicli (la donna in un anno ha 13 cicli), questa “regola” per individuare il primo giorno fertile viene sostituita dal calcolo che sottrae 7 giorni al primo giorno in cui la temperatura basale è salita rispetto i 12 precedenti cicli.
La fine del periodo fertile, invece, si identifica:
- la sera del terzo giorno successivo al giorno di picco del muco cervicale
- la sera che la donna misura la temperatura trovandola tra le 3 piu’ alte dopo le precedenti 6 e almeno l’ultima di 0,2 gradi centrigradi piu’ alta di quella dei precedenti 6 giorni.
Certo descritto così, non appare semplice, ma i ricercatori sostengono che apprendere il metodo non sia difficile.
Alcuni studi passati avevano indicato come la libido delle donne fosse piu’ alta nei giorni fertili e ciò era stato considerato come uno dei motivi per cui tale metodo, come altri metodi naturali che prevedono l’astinenza in tali giorni, fosse poco utilizato. La professoressa Frank-Herrmann al riguardo sostiene che ci sono altri studi che dicono che questo sia vero solo per una piccola porzione di donne e che ci sono altri giorni nel ciclo in cui il desiderio sessuale aumenta.
E allora unimamme cosa ne pensate di questo metodo contraccettivo naturale? Lo conoscevate?
È vero che sicuramente è più impegnativo da seguire ma, almeno non ha effetti collaterali o rischi potenziali a lungo termine, come invece sembrano esserci per la pillola, la quale recentemente è stata oggetto di uno studio che ha dimostrata una relazione tra l’uso prolungato e lo sviluppo del tumore cerebrale.
(Fonte: corriere.it / sciencedaily.com)