Il matrimonio di una figlia è un giorno speciale per i genitori, soprattutto per un papà onorato e commosso di portare all’altare la propria bambina, affidandola all’amore di un altro uomo.
Per Paul Dagherty, padre di Jillian, nata con la Sindrome di Down, c’è però qualcosa in più. Lo scorso giugno sua figlia ha sposato l’amore della sua vita: Ryan Mavriplis, questo momento ha spinto l’uomo a scrivere una commovente lettera di cui condividiamo qualche passo.
La commovente lettera alla figlia con la Sindrome di Down
In essa il padre di Jillian sottolinea le conquiste della figlia.
“Ti ricordi tutte le stupidaggini che dicevano non avresti fatto Jill? Che non avresti mai potuto guidare un veicolo a 2 ruote o praticare sport. Che non saresti andata al college e che non ti saresti mai sposata. E adesso guardati…“.
A dispetto dei pessimistici pronostici Jillian ha già realizzato molte delle cose che tutti le dicevano non sarebbe mai riuscita a fare, come per esempio vivere da sola, laurearsi al college e avere un lavoro.
“Quando è nata Jillian un presentatore ha dato a me e a mia moglie una pila di volantini informativi che miravano a dirci quello che Jill, molto probabilmente, non avrebbe fatto. Non avrebbe potuto leggere, andare a scuola come tutti gli altri, guidare un veicolo a due ruote, ecc… Li abbiamo buttati tutti nella spazzatura. Abbiamo lasciato che Jillian definisse se stessa. Abbiamo fatto la stessa cosa con il nostro figlio “normale” Kelly”.
Ma mentre Jillian cresceva e dimostrava al padre di sapersela cavare, l’uomo rimaneva in pensiero per il futuro della figlia. Insegnarle ad andare in bicicletta era una cosa, ma insegnarle a socializzare tutt’altra cosa.
“Non mi preoccupavano i traguardi accademici. Mia moglie ed io sapevamo di poter educare nostra figlia, eravamo pronti ad usare la clava se necessario. Potevamo avere insegnanti per istruirla. Quello che non potevamo fare era far sì che agli altri bambini tu piacessi. Ti accettassero, divenissero tuoi amici.”.
L’uomo ha ricordato un momento particolarmente triste in cui Jillian, all’epoca adolescente, gli ha confidato di non avere amici.
“Ero distrutto” ha ammesso il padre della sposa. Paul infatti temeva che non avrebbe mai avuto una vita sociale felice, per non parlare di una vita sentimentale.
Ma poi aggiunge che in realtà non avrebbe dovuto preoccuparsi perché la figlia era un vero portento naturale nel fare amicizia e nel coinvolgere i suoi coetanei.
Ora Paul è tranquillo, perché sa di affidare sua figlia in buone mani.
“Ryan è un perfetto gentiluomo. Apprezza nostra figlia e la tratta di conseguenza. Cosa si può chiedere di più in un genero?”.
Unimamme voi cosa ne pensate dei commoventi passaggi di questa lettera?
Noi vi lasciamo con un’altra storia riguardante una proposta di matrimonio che testimonia ancora una volta come le persone con la Sindrome di Down possano avere una vita piena e felice.