Arriva l’autunno e immancabilmente anche le prime tossi, raffreddori e febbri. Piu’ volte abbiamo approcciato il discorso febbre, ma dato il periodo abbiamo interesse a rifare bene il il punto su cosa fare se il nostro bimbo ha la febbre
Se il vostro piccolo ha la febbre non fatevi prendere dall’ansia, perché per quanto fastidioso, questo è un fenomeno naturale con cui l’organismo reagisce all’attacco di un virus (maggior parte dei casi) o di un batterio, che hanno causato un’infezione.
febbre nei bambini: come gestirla
La temperatura più elevata è in grado di rallentare il moltiplicarsi dei virus (verso i quali gli antibiotici sono inefficaci). Difficilmente quindi scompare in poche ore ed è sconsigliato bombardare i bambini con gli antifebbrili. I farmaci infatti vanno sempre usati con attenzione, e bisogna considerare anche gli effetti indesiderati (primo fra tutti a carico del fegato).
A volte alla febbre si associano altri sintomi:
- tosse, raffreddore, mal di gola
- vomito, diarrea, inappetenza
- cefalea, dolore muscolare.
Le cose da fare sono:
- scoprire il piccolo: va coperto solo mentre la temperatura sta salendo
- farlo bere abbondantemente: una buona idratazione è fondamentale durante lo stato febbrile, inoltre così si possono limitare gli eventuali danni ai reni degli antifebbrili.
- se il piccolo mangia normalmente gli si può dare acqua
- se il piccolo non vuole mangiare (oppure se ha diarrea, ecc…): occorre offrirgli soluzioni reidratanti di sali minerali. Un consiglio: prima di propinarle al pargolo mettetele in frigo.
A seconda se trattasi di infezione virale o batterica, il pediatra consiglierà di trattare la febbre con antibiotico o antifebbrili.
Questi 2 medicinali infatti agiscono in maniera diversa:
- l’antipiretico agisce sui sintomi della febbre, contrastando le sostanze che stimolano la risalita della temperatura, ma non cura la causa, l’infezione stessa.
- l’antibiotico invece contrasta la causa della febbre, uccidendo o bloccando l’agente infettivo, ossia attaccando la parete dei batteri o interferendo con le loro attività.
Tale meccanismo di azione dell’antibiotico non funziona con i virus.
Se trattasi di infezione virale, si userà solo l’antifebbrile. Si, ma quando necessario ricorrere a tachipirina e simili?
Le possibili risposte sono:
- quando il piccolo avverte disagio, ovvero di solito quando la temperatura supera i 38° gradi
- quando il bambino ha una storia di convulsioni febbrili o altre patologie per le quali anche il pediatra ha consigliato di non fare aumentare troppo la temperatura.
Circa l’antipiretico, il piu’ famoso è la tachipirina, il cui principio attivo è il paracetamolo, che funziona sia come antifebbrile che come antidolorifico. Per i bambini esiste sotto diverse forme:gocce, sciroppo, supposte.
Se dovete stimare il dosaggio della tachipirina per un bambini, potreste usare questi suggerimenti di base:
- gocce: 3 gocce per ogni chilo di peso
- sciroppo: la dose corrisponde a metà del peso del bimbo
- supposte: usate la supposta da 125 sotto i 12 kg., quella da 250 sopra i 12 kg., da 500 sopra i 25 kg.
Ricordate che il paracetamolo va usato con cautela e sempre sotto consiglio medico, distanziando le somministrazioni di almeno 4 ore e non superando le dosi consigliate..
Non fate le mamme ansiose, la temperatura va controllata dopo 40 o 60 minuti, a volte la febbre può cominciare a scendere dopo un’ora. Inoltre considerate che anche il pannolino porta calore, quindi magari aspettate qualche minuto prima di misurare la temperatura se lo fate dal sederino.
E se i farmaci antifebbrili non funzionano?
Passate al metodo spugnature:
- strofinate la pelle del piccolo con spugne imbevute di acqua tiepida (no acqua fredda e no alcol).
- strofinate soprattutto viso, collo, pieghe ascellari, gomito, ginocchio.
- potete usare la vasca da bagno oppure il letto, mettendo un telo di spugna sulle coperte.
Una febbre passeggera non è un tragedia, l’importante è che siate pronte e sollecite nei confronti dei bisogni del vostro pupo, e a ricoprirlo di coccole ovviamente!