Come ogni neo mamma appassionata di lettura o semplicemente interessata, già dalle prime chiacchiere con il bambino/a, pensavo a cosa e come raccontargli dei libri e quindi della vita.
Nei nove mesi di attesa, facilitata anche da periodi di forzato riposo, ho scelto di leggere una seconda volta storie e libri che mi avevano più emozionato negli anni. Alternando toni allegri con toni più gravi, come poi succede in ogni giornata e poi nella vita.
E così mi sono tuffata a rileggere la Storia dell’Imperatore, e uomo straordinario, Adriano, nelle memorie tracciate da Margherite Yourcenar.
E poi via con le vicende colorate della famiglia Malaussène di Pennac e, altro giro altra corsa… Il Maestro e Margherita perché sa di bellezza e magia.
A questi momenti alternavo letture più o meno scientifiche sui pareri degli esperti su come far approcciare al meglio il bambino all’oggetto libro e via discorrendo.
È venuto poi il momento dei libri tattili e non poteva certo mancare il giorno in cui la mia “signorina gentile” scopre che voltando pagina, la mucca fa: Mu!!!
E via libera ai libri sonori.
Ma non potevo ancora ritenermi soddisfatta.
Ecco che un bel giorno (e come se no?) torno sorridente e vincitrice dall’edicola con sottobraccio un allegato strappato al prezzo di solo un euro (sì, sì li fanno ancora).
Un ambizioso libretto grigio, con tanto di punto interrogativo rosso in copertina, che cercava di spiegare niente poco di meno che il senso e il significato della Felicità.
In questo caso la maiuscola è d’obbligo.
Alla prima parte filosofica si aggiunge una seconda parte più narrativa che fa un vero e proprio viaggio intorno al concetto di felicità attraverso i secoli e gli scrittori. Scorrendo velocemente l’indice il mio sguardo si ferma rapito su: W.H. Auden:
“La verità, vi prego, sull’amore.” il secondo dopo eccomi che con espressioni da patetico Laurence Olivier declamo alla “mia signorina” le tante domande sull’amore che mi hanno accompagnato negli anni.
E arrivata ad uno dei miei passaggi preferiti: “Sa fare delle smorfie straordinarie? Sull’altalena soffre di vertigini?”, alzo gli occhi e lei sorride, come non mai, rapita dalla lettura.
Non so cosa sia stato esattamente, forse l’aver letto con felicità (appunto) e gioia.
Non so nemmeno se amerà questa poesia o preferirà, come fa ora, morderlo solo il libro invece di leggerlo!
Quello che conta, per me, è che la lettura di un brano pieno di grazia e bellezza ci abbia unito in un sorriso.
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