Il nostro destino è nel nome. Secondo il detto latino almeno è così. Per questo scegliere il nome per un figlio non è mai semplice.
Questo vago e lontano ricordo di scuola è diventato per me improvvisamente attuale durante la gravidanza. Nella scaletta delle domande che sgorgano davanti alle pance, non manca quasi mai la domanda relativa alla scelta del nome.
Schematicamente sono più o meno tre le aree delle tematiche:
1.“Sai già se è maschio o femmina?” o “ E cosa preferisci?”
2. “Quando nasce?”
3. “Che nome avete scelto?”
Partiamo dal sesso
La questione maschio/ femmina ha i suoi tifosi più o meno tiepidi.
Dal “vuoi mettere il rapporto mamma-figlio” o “la femmina poi te la ritrovi” (tipo pensione integrativa ..) e via discorrendo, ma gli animi restano sufficientemente tiepidi.
Il problema della data
Si prosegue con la scadenza o meglio: “Quando dovrebbe nascere“?
Ecco, in questo caso la tribù degli “oroscopiani” dipendenti si accanisce.
E via con anatemi per il segno dello scorpione o lodi per il sagittario. Per poi scoprire che, nei casi positivi, l’oroscopiano convinto appartiene quasi sempre proprio al segno da lui benedetto.
Ma insomma, a parte la lecita sbirciata sul web e storie romantiche andate a male imputate alle stelle invidiose, il popolo degli oroscopiani è abbastanza tollerante e ti perdona il peccato originale della data di nascita.
Sul nome no. Preparatevi. Sei una vestale del rigore? Hai scelto un nome semplice o “da presepe”? Originale e storico? Fiabesco e intimo? Pieno di significato o scevro da ogni tipo di senso?
A qualunque casta vi siate votate, non sarete salve. No, affatto.
Perché se semplice, sappiate già da adesso che almeno (e dico almeno) la metà di tutte le future classi, palestre, chat e via dicendo, sono già piene ma piene di quel nome, proprio quel nome che tanto vi piace dalla quinta elementare.
E come se non bastasse, almeno uno di quei compagni di classe, palestra o proto chat era veramente odioso, a dir poco.
Ma con questo non crediate di essere al sicuro, oh voi altre fautrici dei nomi originali…saprete presto che quel nome, che sempre più o meno dalla quinta elementare vi accompagna, arrecherà al vostro pargolo svariati traumi tra cui non si può escludere nemmeno il gomito del tennista! Così è.
E voi tutte, eh su ammettetelo, siete delle vere e proprie egoiste!
Quindi cosa fare? Nulla. Comunicate il nome e stop.
Magari chiudere gli occhi e cercare di non vedere le facce, tapparsi le orecchie e ripetersi fin da subito: Non si può far contenti tutti!
Parafrasando una delle frasi e insegnamenti più belli di sempre: “Ama e fa ciò che vuoi”, (benedette reminiscenze scolastiche…) fate dono del nome che amate e fate quel
che volete. Pronte unimamme già a rispondere alla quarta e immancabile domanda: E a quando il secondo?
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