Quando si diventa mamme e mentre si aspetta di diventarlo, inevitabilmente si riflette su che tipo di figlie siamo state e quindi non si può non pensare a lei: la nostra mamma.
Figlie difficili e mamme funambole
Nel mio caso un po’ di certezze ce l’ho. So che non sono stata una figlia facile, forse non ce ne sono.
Ma pensando a me stessa bambina, adolescente e poi donna, non ho difficoltà ad ammettere che ho dato tanto da fare e da pensare.
Non la bambina che va male a scuola, non la adolescente “contro” e nemmeno quella che fugge in qualche paradiso artificiale. No. Io ero una bimba spaventata.
Quella che quando non vedeva mamma…prima muoveva il labbro nervosamente, poi spalancava gli occhi e quindi urlava, o peggio, rimaneva in silenzio per ore. Un incubo.
E mia mamma che faceva? La mia mammasantissima, perché quello è… ha fatto il funambolo tra asili, lavoro, amiche, papà lontano e chi più ne ha più ne metta per proteggermi ma senza soffocarmi, comprendermi senza assecondarmi e darmi fiducia senza spaventarmi. A questo aggiungete che ero, e sono, terribilmente ostinata, testarda e permalosa. Ecco ora moltiplicate l’immagine che avete in mente per mille e avrete, più o meno, e ho io stessa più o meno idea, della fatica che sono costata.
Figlie difficili diventano mamme
Ce la farò io? Non lo so. Non so che mamma sarò. Non so come sarà crescendo mia figlia. Spero di aver imparato ad essere flessibile con le persone, con le situazioni della vita come lei. Spero di aver imparato che un abbraccio non si nega…almeno non per troppo.
Spero di aver imparato che non ci si lamenta se non è necessario. Che la riconoscenza è un valore. Riconoscenza innanzitutto verso la vita.
So che metterò tutto il mio impegno, questo sì l’ho imparato. Senza facili sconti.
Da qui parto.
Ho visto e conosco rapporti madre-figlia in cui la competizione è la cifra interpretativa del rapporto. Con tutte le fragilità, i dolori e le incomprensioni che questo porta da tutte e due le parti.
A me non è capitato. Incomprensioni certo, delusioni date e ricevute. Ma insomma quando penso a mia madre l’immagine che ho è quella di casa, coperta, e il suo profumo.
E quindi sono stata fortunata. Spero che questo mi aiuti a non fare troppo di meno con la mia di bambina.
Chi ha mamma non piange?
Tra le tante frasi che ho sentito sulle mamme ne ricordo una della signora della frutteria. La mia spacciatrice di brodo vegetale. Non era una bella giornata per lei. Sua figlia non stava troppo bene come spesso succede, purtroppo.
Quel giorno avevo lasciato la mia bambina a mia mamma. Lei mi guarda e mi dice : “Chi ha mamma non piange”.
Non è proprio così, non sempre.
Ma mi piace pensarlo, anche quando la mia bambina si sveglia alle 4 di notte per mal di pancia, denti, o che ne so. E io non posso fare molto.
O meglio posso esserci, al meglio possibile. Questo sì, questo finché potrò.
Come è successo a me.
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