Tra definizioni scientifiche e storia vissuta cerchiamo di capire cosa è il parto indotto e come si svolge.
Cosa è e perché si fa
Su Wikipedia sotto la voce nascita si può trovare questa definizione:
“Parto indotto, quando la gestante, seppur oltrepassato il termine della gravidanza, non ha le doglie e vengono effettuati interventi medici tramite flebo per indurla ad avere le contrazioni.”
Per me è andata così:
Arrivata a 40 settimane+2 e dopo quindici giorni di ricovero i medici decidono di procedere con l’induzione. Motivo ufficiale: la bambina è piccola. Forse due chili. Inutile dire che io ero 40 kg prima di rimanere incinta e che sono alta come i puffi “due mele o poco più”. Per molti medici questa motivazione era sufficiente come per le ostetriche.
Per altri medici…No. E alla fine ha vinto il partito anti puffo!
I metodi non farmacologici
Ma ora continuiamo con la ricerca di fonti con lo studio:
“Metodi di induzione del travaglio di parto nella gravidanza a termine”. Rassegna curata dal Dipartimento Materno-Infantile dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
i metodi non-farmacologici leggiamo,
Scollamento delle membrane amniocoriali:
(…) Questa manovra determina un aumento della liberazione locale, da parte delle membrane fetali e della cervice uterina. (…) o anche: (…) il ginecologo o l’ostetrica con le dita maneggiano il polo inferiore del sacco amniotico per promuovere il rilascio di prostaglandine e contrazioni. E’ fatto attraverso un esame pelvico e di solito è un po’ fastidioso, lasciando la vagina dolorante. (…)
Per me è andata così:
Dopo l’attesa con le altre mamme panciute in corsia arriva il mio turno.
Infermiera bionda: “Vai letto 8 tocca a te, veloce.”
Il MegaPrimario: “ A quanto sta?”
Io: “39+5”
Il MegaPrimario: “quanto pesa il bambino?”
io: “la bambina pesa circa 2 chili, ma io sono piccola, no?”
Il MegaPrimario: “a me lei non sembra così piccola, si sdrai.”
Qui il dialogo si è interrotto.
Il MegaPrimario ha smosso qualcosa in me senza battere ciglio.
Io sono scesa con faccia evidentemente sorpresa, come a dire: MA NON MI AVVISATE?
E l’infermiera bionda si apre in un sorriso comprensivo e dice: “Non avvisa mai, ti ha aiutato”.
Preinduzione del travaglio di parto
Prostaglandine: questi farmaci sono applicati da un ginecologo localmente in vagina e sulla cervice uterina. Il più utilizzato è il dinoprostone prostaglandine (PGE2) e si presenta come un gel a lento rilascio. Il gel di prostaglandine è inserito nel canale cervicale e si applica almeno 6 ore prima dell’ossitocina. I dispositivi a lento rilascio sono disposti intorno al collo dell’utero e hanno il vantaggio che possono essere facilmente rimossi in caso di qualsiasi complicazione nella madre o nel feto (sofferenza fetale o contrazioni eccessive). Per entrambe la missione è quella di maturare il collo dell’utero e provocare contrazioni. (…)
Per me è andata così:
L’ostetricagiraffa, una delle più simpatiche forse perché guarda tutti dall’alto, mi chiama dopo circa 36 ore dalla “manovra” e 12 dalla prima candeletta:
lei: “Cara, non ci siamo.”
io: “ho un po’ di contrazioni dopo la prima candeletta”
ostetricagiraffa: “appunto, non ci siamo. ok sdraiati.”
io: “ok mi sdraio, grazie. Ma quanto tempo ci vuole ancora secondo te?”
ostetricagiraffa: “e chi lo sa..”
Torno in camera e continuano le doglie fino alla rottura delle acque avvenuta durante l’ennesimo monitoraggio con l’ostetricastrega.
Non tra le più simpatiche. No, avete indovinato.
Non sono arrivata all’ossitocina per fortuna e dopo mille questioni hanno evitato il cesareo, malgrado: sacco rotto, utero retroverso, sospetta sofferenza fetale a seguito delle mie contrazioni.
La questione del dolore
Ma le doglie del parto indotto sono più dolorose?
Qui non ho trovato fonti scientifiche.
Per me è andata così:
Due giorni di doglie. Sollevata di salire in sala parto.
L’ostetrico che mi ha seguita non è a favore dell’epidurale ma nel caso dell’induzione… Comprende.
Ma comunque essendo stato il mio primo, e unico parto, non posso essere molto utile nel sapere se le contrazioni indotte sono più o meno dolorose di quelle naturali.
Però è andato tutto bene.
Alla fine non ho dimenticato tutti i dolori, anche se spesso si dice così.
Alla fine ero felice, non so se come si dice o meno.
Certamente ero molto più felice di quanto potessi immaginare nel vedere la mia bimba di ben 2.390 grammi.
Con buona pace del MegaPrimario!
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