Partiamo da una cosa: io sono figlia unica, perciò l’affetto di mamma e papà non l’ho dovuto condividere con nessuno. Per tanto tempo avrei voluto un fratellino o una sorellina a cui fare da sorella maggiore, però i miei hanno ritenuto che una sola figlia fosse sufficiente. Li ho pregati, ho scritto un sacco di letterine per avere un neonato per casa a Natale, mi sono imputata, ma niente.
Molti dei miei compagni di scuola a cui nasceva un fratellino o una sorellina, invece, avevano la reazione opposta: chiedevano alla madre che il nuovo nato venisse “restituito” dove lo si era preso (chissà perché molti erano convinti che i bambini si vendessero al supermercato…). Non vedevano proprio di buon occhio un altro esserino che attirava tutta l’attenzione di mamma e papà.
Oggi come allora, con l’arrivo di un fratellino, incominciano le scene di gelosia: pianti, urla, capricci, interpretazioni degne di un premio Oscar nell’inscenare le lacrime. E tutto per attirare l’attenzione di quei due “cattivoni”, che ora sono presi a cambiare pannolini e a fare moine.
Cosa si può fare per gestire la situazione? Sicuramente, non presentando al figlio maggiore un regalo, dicendogli che è da parte del fratellino o della sorellina, pensiero che può venire in mente non sapendo come far accettare il neonato. Il bambino, che stupido non è, capirebbe che una personcina appena nata non è in grado di uscire sulle proprie gambe, e di andare al negozio di giocattoli…
La soluzione migliore è trovare anche solo un’ora al giorno, da dedicare in maniera esclusiva al primo bambino, cercando di delegare la cura del nuovo nato a qualcuno altro (nonni, amica, papà…). Attenzione però: si tratta di un momento che deve essere mantenuto, un’abitudine, non un ritaglio di tempo quando l’altro figlio dorme. In questo modo, il primogenito sarà di nuovo sicuro che l’amore della mamma è rimasto immutato, e che il tempo per lui ci sarà sempre, nonostante il grande cambiamento.
Si può anche cercare di responsabilizzare il primogenito: ad esempio gli si può dire: “aiutami a cambiare la sorellina” oppure “aiutami a fare questa faccenda, perché sei bravo”. Vedrete che il bambino sarà contento di sentirsi utile, e pian piano tutto andrà bene!
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