Non è facile voler essere perfette e non è facile amarsi per quello che si è, soprattutto se quello che siamo non ci appare corrispondente a ciò che è considerato bello, perfetto e vincente dal mondo in cui viviamo.
In un’ottica positiva si potrebbe affermare che questo conflitto in fondo è la parte interessante del “viaggio” dell’esistenza, per cui alla fine si scopre che l’ “America” che si andava cercando è da qualche parte dentro di noi, e ci si prende per mano e ci si porta fuori da tutti i “dover essere”, per diventare un bel soddisfatto “io sono” (con i miei pro e i mie contro aggiungerei!).
Ma questo viaggio alla scoperta di sé non è lo stesso per tutti, anzi non è lo stesso per tutte, e alcune rimangono impigliate in strani meccanismi molto spesso purtroppo autodistruttivi.
E’ il caso dei Disturbi del Comportamento Alimentare, per i quali le statistiche parlano di una incidenza molto alta soprattutto tra le ragazze. “I disturbi del comportamento alimentare sono patologie psichiche complesse che incidono negativamente sul corpo e sulla vita relazionale.”
Le statistiche pongono in evidenza che la fascia d’età interessata da tali disturbi è sempre più ampia, e se negli anni precedenti se ne registrava l’insorgere a partire da un’età intorno agli 11 anni, adesso si registrano casi anche intorno agli 8-9 anni e altri intorno ai 40 anni. Segno che il disagio va accrescendosi e coincide proprio con quanto detto in precedenza: la pressione esercitata dall’esterno (tv, moda, pubblicità) in relazione a dei canoni di bellezza e di perfezione inarrivabili, che modificano la percezione di se stesse e favoriscono l’insorgere di un disagio col proprio corpo.
Prendiamo in rassegna le 2 tipologie di disturbi dell’alimentazione:
A quanto pare dalle ricerche mediche, risulta che molto spesso coloro che sono affetti da queste patologie possano sviluppare diversi “passaggi” da un disturbo all’altro.
Al di là delle classificazioni, ogni individuo poi presenta dei disagi psicologici alla base che danno vita a questi disturbi.
E’ un disturbo alimentare in cui, pur in presenza di desiderio per il cibo, il soggetto si costringe a non mangiare e ha una fortissima paura di ingrassare. Le statistiche testimoniano che l‘85% dei soggetti affetti da anoressia nervosa siano donne, ma il fenomeno è in crescita anche tra gli uomini.
Comportamenti presenti nei soggetti affetti da anoressia:
Tali attività inducono nel soggetto una sensazione di maggior controllo della propria vita aumentandone l’autostima, il non riuscire a perdere peso invece viene concepito come una sconfitta inaccettabile.
In tale disturbo alimentare invece:
Il disagio alla base di questa manifestazione è una scarsa autostima, stati depressivi o ansiosi, difficoltà ad esprimere le proprie emozioni liberamente.
La bulimia nervosa è più difficile da riconoscere, perché il soggetto che ne è affetto non manifesta una forte diminuzione del peso anzi a volte aumenta addirittura il peso corporeo alternando abbuffate a espulsione tramite vomito (bulimia con condotte di eliminazione) o digiuno ( bulimia senza condotte di eliminazione)
Entrambe queste patologie sono molto pericolose per la salute e soprattutto sono campanelli d’allarme di disagi più profondi, che hanno bisogno di essere ascoltati, accettati e risolti con l’aiuto di professionalità specifiche come gli psicologi o i counselor (esperti di comunicazione e relazione, in grado di aiutare i disagiati a saper affrontare il “presente”, recuperando l’autostima in se stessi).
Per approfondire e trovare informazioni sulle associazioni che si occupano di disturbi alimentari guardate il sito della Federazione Italiana Disturbi Alimentari, che ha lo scopo di diffondere la cultura su diagnosi e cura di tali disturbi, e dal quale abbiamo preso alcune definizioni.
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