Prima di internet il mondo era diverso, innanzitutto perché era solo “uno”.
C’era la realtà, poi, se eri fortunato, avevi pure la fantasia e potevi crearti un universo magico in cui rifugiarti, ma era possibile andare oltre solo con la creatività. Oggi c’è internet, la rete, la realtà 2.0, i social network, i blog, insomma oggi da casa puoi vivere quante più vite vuoi, inventarne di nuove, passare da una all’altra e comunicare, comunicare, comunicare.
Due realtà quindi, di cui una virtuale, ma realissima al tempo stesso, fatta di piattaforme in cui ci si incontra, ci si scambiano opinioni, informazioni, si parla di sé, si parla di altri, il tutto da dietro un pc.
E’ qui che il sistema sviluppa modalità che diventano molto difficili da gestire, perché laddove nella vita reale anche il contatto è reale, in quella virtuale sfugge la possibilità di sapere chi c’è dall’altra parte, viene meno l’opportunità di avere il controllo delle informazioni che si condividono, tutto è infinitamente più veloce, più alla portata di tutti e impossibile da governare, soprattutto se si è adolescenti e soprattutto se da adolescenti le piattaforme che sono su internet diventano la versione virtuale del “muretto” o della “piazzetta” in cui ci si ritrovava ancora fino a pochi anni fa.
E’ in questa dimensione che ha origine il “cyberbullismo”, ovvero, una forma di bullismo (molestie, atti violenti), che nasce e si sviluppa in rete, e che tramite strumenti di comunicazione come il pc e la messaggistica telefonica, si perpetra a danno di altri.
Come? Ad esempio:
Il fenomeno ha assunto una così ampia proporzione che è continuo oggetto di ricerca.
I dati raccolti in una ricerca realizzata da Ipsos per “Save the children“, e diffusi in occasione del “Safer Internet day” (giornata di confronto e riflessione su un utilizzo consapevole della rete) sul tema: “Ragazzi e cyberbullismo“ , fanno emergere che:
La ricerca conferma inoltre che chi è vittima di cyberbullismo sui profili dei social network e sulle piattaforme virtuali, lo è tendenzialmente anche nella vita reale, e che il luogo in cui si sviluppa questo fenomeno è la scuola.
I motivi più frequenti per i quali si viene presi di mira sono:
Ciò che accade a chi diventa vittima di queste vessazioni di “cyberbulli” è la tendenza ad isolarsi, ad avere paura che la vicenda abbia dei risvolti tragici, a sentirsi, appunto, perseguitati e senza via d’uscita. Non a caso negli ultimi mesi abbiamo assistito ad eventi drammatici legati a forme di cyberbullismo sui social network, perché non sempre i ragazzi riescono a chiedere aiuto. La ricerca, ancora una volta, segnala che il 67% dei ragazzi vittime di bullismo via internet, non riesce a parlare con i proprio genitori, finendo in un forte stato isolamento e paura.
E’ molto importante, allora, ciò che segnalano i ragazzi ovvero:
Tutto ciò per non rimanere incastrati nella grande rete del web.
Vi lasciamo con un video breve ma significativo…
“Connect with Respect”, Safer Internet Day 2013
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