Ho cominciato a praticare yoga cinque anni fa, più che altro perché la palestra mi annoia a morte. Ci sono un sacco di altri sport da fare, direte voi, ed effettivamente è vero: se come per me il lancio sul divano è la vostra attività preferita, capirete che nel momento in cui ho accettato l’idea di dover muovermi un po’ li ho presi in considerazione per poi scartarne uno per uno in preda alla mia proverbiale pigrizia.
Pensavo che davanti a me si presentasse un’ora rilassante, fatta di respiri e di ooooooooohmmmmm. Ah, ah, che povera illusa. Sì, perché una credenza diffusa è che se si pratica yoga non si fatichi per niente. Ecco: provate a venire ad una lezione e cambierete idea, almeno nel dojo dove ci sono io.
Innanzitutto esistono diverse tipologie di yoga e quello che pratico io si chiama ashtanga yoga: si tratta di una serie di posizioni, chiamate asana, che vanno mantenute per cinque respiri e che si svolgono in una precisa sequenza. Le sequenze sono tre: la più diffusa è la prima, la seconda ha un livello crescente di difficoltà e la terza è impensabile da svolgere a meno che non siate composti da materiale estensibile (provate voi a portare la gamba sopra la testa e capirete cosa intendo).
Ora, dovete sapere che la mia maestra di yoga è anche una delle mie più care amiche ed è pure la mia testimone di nozze. L’ho vista praticare mentre era incinta e quando mi sono trovata a scegliere che tipo di attività svolgere in gravidanza non ho avuto dubbi: sono ritornata a fare yoga (per un periodo di tempo avevo messo da parte il piacere della pratica).
E’ stata proprio lei che mi ha parlato dell’utilità durante il travaglio di:
- di conoscere la respirazione (i respiri vengono fatti a bocca chiusa, facendo passare l’aria sulla glottide)
- del training autogeno per non farsi prendere dal panico.
Lei ad esempio ha voluto ugualmente a fare un parto naturale, anche se indotto, piuttosto che sottoporsi al cesareo già programmato.
Il personale medico l’ha guardata come se fosse un’aliena: aveva scelto consapevolmente di sottoporsi al dolore. Mi ha detto che grazie alla respirazione è riuscita a controllare meglio le contrazioni, contando attraverso i respiri e accettando la sofferenza per quella che era. Spero che quando toccherà a me, tra un paio di mesi, riuscirò a ricordarmi i suoi insegnamenti.
Per il momento lo yoga mi sta aiutando a mantenere una buona elasticità; ovviamente non faccio ogni posizione perché il pancione è ingombrante, ma penso che sia una sana attività per le donne in gravidanza.
Vi indico un esercizio di training autogeno per rilassarvi:
- sedute per terra a gambe incrociate, appoggiate l’indice e il medio della mano destra sulla fronte;
- inspirate e con il pollice tappate la narice destra facendo uscire l’aria dalla narice sinistra.
- ora inspirate nuovamente, tappate con l’anulare quella sinistra, e fate uscire l’aria dalla narice destra.
Facile no? Un piccolo assaggio… 🙂