Come sono i papà di oggi? Parlando di papà, nella maggior parte dei casi, ognuna di noi ha in mente due realtà di riferimento: il proprio papà e il papà con cui sta condividendo l’avventura di crescere il proprio bambino.
Anche se una di queste due figure fosse assente, il risultato non cambia poi così tanto perché la figura di un padre esiste (eccome!) anche nell’assenza.
“Differenza di atteggiamento”, così Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), spiega la principale diversità tra i papà di oggi e di ieri. Se i papà di oggi sono più innamorati e protettivi, quelli di ieri erano più duri e responsabili.
Dalla analisi fatta dalla psicologa, sembra uscire la figura di un papà più disposto a mettersi in gioco, più incerto e sicuramente più complesso: un papà attento al proprio ruolo, più disposto ad ascoltare che a imporre. Un papà non sempre disponibile a fare i compiti, ma nell’insieme più consapevole del proprio ruolo, con tutte le incertezze e i dubbi che questa nuova coscienza di sé può comportare.
A me, mamma da poco e figlia da sempre, questo “nuovo tipo” di papà fa tenerezza nell’accezione più bella e piena del termine. Forse perché noi donne e mamme siamo abituate, nostro malgrado, ad essere da sempre giudicate nel nostro ruolo, e quindi a metterci in discussione. Osservare questi “nuovi papà” in cerca di una definizione del proprio ruolo, sospeso tra autorità e affetto, fa tenerezza. E non perché penso che sia una sfida meno difficile di quella delle mamme. Mi fa tenerezza perché credo che esista una tenerezza legata strettamente alla figura del papà. Uomini spesso poco educati a dialogare con la propria affettività, che “improvvisamente” si ritrovano letteralmente “addosso” un enorme carico di emozioni da gestire. Chi di noi non si è un po’ commosso guardando un papà imbarazzato, goffo e incredulo, con un bambino tra le braccia?
L’educazione sentimentale di un papà è un affare complicato, e una delle avventure più difficili e preziose da osservare per chi vive, appunto, nell’universo parallelo accanto: quello delle mamme. Un’avventura in cui è meglio non interferire troppo. Ogni papà troverà, bene o male, proprio come noi, il proprio personalissimo modo di essere “quel” papà.
L’analisi sui papà di oggi della psicoterapeuta Vinciguerra si conclude con questo pensiero: “…tutto sommato, i papà italiani moderni e quelli di una volta in realtà si assomigliano molto, perché entrambi cercano di fare di tutto per dare il meglio ai figli. Dunque quando hai cinque anni tuo padre lo vedi come fosse un super eroe, quando ne hai 15 come se fosse il peggior nemico, quando ne hai 40 riconosci i suoi limiti e ti fa arrabbiare perché lui ne ha 70 ed è difficile avere un rapporto sereno e alla pari. Ma poi, quando tuo padre non c’è più, se è stato un buon padre, cercherai di seguire il suo esempio con i tuoi figli“.
Tra le tante figure di papà di oggi, mi piace ricordare quella di un papà che scrive storie per la sua bambina che poi sono diventano storie per tutti i bambini e i loro genitori. Le parole di un papà come David Grossman nel libro: “Ruti vuole dormire e altre storie”, (un ottima idea regalo se ancora non l’avete scelto!) nella cui introduzione si può leggere: “Per i bambini non c’è differenza tra la magia e la realtà, perché entrambe sono nuove, inspiegabili e meravigliose. E trascinano i genitori in grandi scoperte di cui loro non si sentivano più capaci, paure a cui avevano smesso di pensare, sorprese per cui avevano smesso di meravigliarsi.”
Allora auguri a tutti i papà, almeno per due motivi: perchè con un papà accanto (vecchio o nuovo che sia) capace di tenerezza e stupore, il viaggio di ogni bambino, è infinitamente più ricco, e perché spesso, proprio a quei papà, sarà chiesto aiuto nel tracciare il solco tra magia e realtà!
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