Sembra ieri e invece sono giunta all’ottavo mese di gravidanza (tra 8 giorni sarò nel nono a dir la verità…oh cavolo!). Come tutte le donne “impanzate” nell’ultimo trimestre, ho cominciato il corso pre-parto.
Il mio ginecologo, che è un mito, mi ha detto: “Peggio per lei: mettere 12/15 donne incinte nello stesso posto è una bomba ad orologeria”. Ho pensato: “Che esagerato!”. E invece aveva ragione. Le donne con la pancia, chiuse in uno stesso posto con le finestre poste al terzo piano (quindi non si può scappare), possono essere terribili. Insopportabili. Retrocedono (loro) allo stadio neonatale…
Chiariamoci: io non mi sento superiore a nessuno. Non ho mai partorito e non so cosa proverò, ma credo che sia controproducente farsi prendere dall’ansia. Tanto bisogna per forza “far passare qualcosa di grosso come un cocomero in un buco grande come un limone”! 🙂 A meno che non si faccia il cesareo, ovvio.
Gli incontri sono sette. Per il momento ne ho fatti tre (a due dei quali ha assistito anche mio marito). Dopo una prima lezione di presentazione, siamo passati a parlare di allattamento e di perineo facendo gli esercizi per il pavimento pelvico. Peccato che a nessuna delle mamme presenti interessasse o quasi l’argomento, perché il punto principale per la maggior parte delle mamme è sempre uno e uno solo: non provare dolore: per garantirsi l’epidurale una ha richiesto addirittura l’anestesista privato, alla modica cifra di 1700 euro.
Ora, care amiche mamme, sappiate che un parto completamente indolore non esiste: non è che appena dici “ahi” ti infilano l’ago nella schiena. Devi infatti essere dilatata almeno di 3/4 cm e qui dipende dalla fisiologia della donna: puoi metterci un’ora così come otto. Quindi comunque “hai da soffrì!“.
L’ostetrica al corso ha poi ripetuto più volte che è meglio avere un parto naturale, anche con l’episiotomia (il taglietto che l’ostetrica applica sotto il perineo per aiutare la testa del bambino a passare). Ma in molte hanno risposto: “Sto cavolo: meglio il cesareo!”. La gentile professionista ha provato a far capire che si tratta di un’operazione chirurgica, ma in molte non vogliono sentir parlare di travaglio.
Ma chi sono queste mamme? Molte hanno 40 anni e sono al primo figlio. Io che ne ho 30, sono tra quelle più giovani! Molte purtroppo hanno delle storie di aborti ripetuti e di fecondazione assistita alle spalle, quindi da una parte capisco la loro reticenza… ciò però non giustifica del tutto, a mio avviso, la loro paura.
Perciò vi chiedo: mamme, come avete affrontato il vostro parto? E l’età del vostro primo figlio ha influito?
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