“Ma tu non eri mica così sveglio!”. Prima o poi il commento, richiesto o meno, arriva. Possono essere i nonni orgogliosi o le zie affettuose, ma a tutte le neo mamme e i neo papà è stato indirizzato questo tipo di apprezzamento verso il nuovo elemento della famiglia.
Ma cosa c’è di vero? Qualche giorno fa una trasmissione radiofonica su Radio 24, all’interno della rubrica “Essere e benessere”, ha cercato di fare luce su questo “comune sentire” con Giacomo Stella. Il professore di Psicologia clinica all’Università di Modena e Reggio Emilia, e fondatore dell’Associazione italiana dislessia, ha fatto le dovute differenze: non è dimostrato che i bambini di oggi siano più svegli di quelli di ieri, ma certamente sono sottoposti a più stimoli rispetto ai bambini di qualche decennio fa.
Sono essenzialmente due i fattori di maggiore differenza:
Inoltre, se è vero l’ambiente in cui si muovono i nostri bambini è totalmente cambiato, non lo è il fatto che: “il piccolo d’uomo è una macchina d’imitazione”! Ecco quindi spiegato il “mistero” del neonato che a soli 8 mesi finge di telefonare!
Concludendo: non c’è motivo di offendersi quando ci diranno (spesso sogghignando) che noi non eravamo così “svegli” all’età dei nostri figli! E, ancor più importante, d’ora in poi dobbiamo essere più attenti a quello che facciamo , soprattutto davanti i bimbi, perché le nostre ” piccole macchine d’imitazione” ci stanno guardando… 🙂
Unimamme e voi cosa ne pensate di queste considerazioni?
Le condividete?
Noi vi lasciamo con uno studio su come leggere migliori il quoziente intellettivo dei bambini.
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