Il vostro bambino è come un piccolo delfino all’interno del pancione: nuota tutto il giorno, fa le capriole, si succhia il dito…insomma, è come essere perennemente ad una festa lunga nove mesi. Per questo quando nasce la maggior parte delle volte si mette a piangere: chi glielo fa fare di uscire da quel luogo così caldo e protetto? 🙂
Per cercare di traumatizzare meno il bambino, molte donne propendono per il parto in acqua. Si tratta di partorire in una vasca o in una piccola piscina, con una temperatura di circa 37 gradi (la stessa temperatura con cui si fa il bagnetto ai neonati), con una serie di benefici: il primo fra tutti è la possibilità di rilassarsi, cosa che per il momento del parto è fondamentale. Altri due aspetti da non sottovalutare sono il fatto che il dolore delle contrazioni si attenua e che i tempi del travaglio si accorciano.
E’ molto probabile poi che il numero delle episiotomie, cioè i taglietti del perineo attuati per facilitare l’espulsione del bambino, si riduca.
L’acqua infatti agisce sulla muscolatura, rilassandola, e facilita la produzione di endorfina, attenuando la percezione del dolore, e di ossitocina, ormone che permette di avviare le contrazioni e di dare inizio al travaglio vero e proprio.
Anche per il bambino ci sono dei benefici, come appunto passare dall’utero materno al mondo esterno senza eccessivi traumi; per lui, inoltre, l’acqua è un ambiente naturale, visto che per nove mesi ha nuotato nel liquido amniotico.
Quando invece il parto in acqua non è indicato? Non tutte le donne possono partorire scegliendo questo metodo: il travaglio deve infatti procedere senza particolari problemi e se soffrite troppo il dolore, questo non fa il caso vostro. L’epidurale infatti non può essere praticata, perché l’iniezione per questo tipo di anestesia non può essere immersa in acqua. Se poi soffrite di gestosi, ipertensione arteriosa, il bambino è troppo grosso o avete delle sofferenze fetali, è meglio pensare a partorire in altro modo.
Il parto in acqua non è però ancora molto praticato, poiché non tutti gli ospedali lo garantiscono. Può capitare che le vasche siano già occupate, visto che il numero nelle strutture ospedaliere è ancora limitato.
Se volete approfondire, ecco per voi un link di informazione sugli ospedali/strutture che eseguono il parto in acqua.