La festa della donna è un’occasione che serve a ricordare la lunga storia fatta di ostacoli e di vittorie che arriva fino ad oggi, una storia, soprattutto fatta di lotta per ottenere il diritto “ad essere”, inteso come diritto ad essere prese in considerazione, come donne, come madri, come ragazze, come bambine.
E proprio perchè negli anni, grazie agli sforzi di donne prima di noi, abbiamo ottenuto il diritto ad essere prese in considerazione, oggi vediamo riconosciuti i nostri diritti:
Per questo moltivo il giorno dell’8 Marzo credo che sia un‘occasione che vada colta per guardarci, per guardare indietro e osservare la strada fatta. In tale ottica ha un senso più profondo ricordare una donna che ha fatto grande il nostro Paese agli occhi del mondo, che si è distinta per i suoi meriti e che in tempi “impossibili”, in cui alle donne era praticamente preclusa una carriera, è stata in grado di lavorare a un metodo pedagogico che ha rivoluzionato le modalità educative dei bambini di tutto il mondo: Maria Montessori.
Maria Montessori nasce a Chiaravalle nelle Marche nel 1870. La sua famiglia, nel corso degli anni, si sposta prima a Firenze ed in seguito a Roma. Il padre, ma soprattutto la madre, la incoraggiano agli studi e la giovane Maria si diploma con ottimi voti e nel 1896 è la prima donna italiana a laurearsi in medicina. La storia narra che i suoi genitori non fossero d’accordo con la scelta che studiasse medicina perchè volevano che diventasse un’insegnante, e che la Montessori dovette chiedere l’aiuto a papa Leone XII, perchè il ministro Baccelli non ne appoggiava l’ingresso.
Nel corso della sua formazione all’ università la giovane Montessori orienta i suoi studi verso la psichiatria e la pediatria, queste scelte si riveleranno fondamentali quando poi incontrerà Giuseppe Montesano, di cui diventerà assistente, supportandolo nel lavoro con bambini affetti da patologie di natura psischica, quei bambini che venivano allora definiti soggetti “anormali”.
Durante questo periodo il lavoro di ricerca e osservazione sui suoi piccoli pazienti produce risultati molto significativi, che poi più tardi saranno materiali di riferimento nell’elaborazione del celebre metodo Montessori.
Da questo momento in poi ha inizio una carriera costellata di continui successi:
I rapporti della Montessori con il fascismo furono controversi, se dapprima la reazione del regime fu di disponibilità e appoggio alla proposta montessoriana, in seguito invece tentò di orientare il programma pedagogico proposto dalla Montessori in una direzione politicizzata e secondo principi non condivisi dalla stessa. Per questo motivo smise di essere appggiata dal regime fascista, e in Germania, durante il nazismo, furono dati alle fiamme i suoi lbri e anche le fotografie che la ritraevano.
La mutata situazione politica costrinse la Montessori ad allontanarsi dall’Italia per farvi ritorno nel 1947. Morì poi in Olanda nel 1952.
Il suo approccio scientifico nell’osservazione dei comportamenti del bambino, e l’elaborazione di un metodo che restituisse al bambino il suo spazio di automia personale e creativa pone l’accento sul potenziale del bambino a cui l’adulto non è autorizzato in nessun modo a sostituirsi, e che apprende autonomamente e spontaneamente. Una rivoluzione vera e propria in campo scientifico, educativo e sociale.
Detto ciò, è’ semplice comprendere il perchè sia importante da raccontare la storia dei Maria Montessori: per ricordarci da dove veniamo tutte, di quale forza siamo capaci e quanto lontano si arriva con il talento. W le donne! Anzi, buona festa delle donne, non solo l’ 8 marzo, ma tutti i giorni! 🙂
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