Importanza del rapporto madre-figlio: la teoria dell’attaccamento di Bowlby

bambina sdraiata sulla mamma che ride

Nella vita del bambino, la prima relazione che si stabilisce, ovvero quella con la madre, determina profondamente lo sviluppo emotivo del bimbo.

La diade madre-figlio, ossia il rapporto a due che si stabilisce, appunto, tra la mamma e il bambino, è stata oggetto di analisi da parte di  John Bowlby, uno psicologo e psicanalista inglese, che ha elaborato poi la famosa “teoria dell’attaccamento”, ricavandone  delle conclusioni considerate un importante punto di riferimento per la psicologia contemporanea

La teoria dell’attaccamento di Bowlby: la diade madre-figlio

Bowlby definisce così l’attaccamento: “la propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza e malattia.”

Proprio alla luce di questa definizione è facile comprendere come la tendenza all’attaccamento si sviluppi con grande intensità nella prima infanzia, in quel periodo cioè in cui si è esposti ai pericoli, e la gestione del disagio o delle emozioni negative è estremamente difficile.

Ciò che lo studioso inglese teorizza è che la qualità dell’esperienza di attaccamento che il bambino vive, sviluppi a sua volta diverse tipologie  di attaccamento e di fiducia di base nei confronti del genitore, il quale viene  definito “care-giver”, “ovvero, “colui che offre le cure“.

Bowlby fa coincidere il care-giver con la madre ma non esclude la possibilità che, nel caso in cui sia il padre a dispensare le cure, il care-giver coincida con lui.

Più precisamente, lo studioso identifica 4 fasi attraverso cui si sviluppa il legame di attaccamento:

  • la prima fase va dalla nascita fino alle 8-12 settimane: in questo periodo il bambino non è in grado di distinguere le persone che lo circondano, anche se attraverso la voce e l’odore può riconoscere la propria madre. Solo dopo le 12 settimane, il bambino inizia a dare risposte agli stimoli sociali provenienti da soggetti terzi,
  • fra il sesto e il settimo mese il bambino assume a poco a poco atteggiamenti differenti, selettivi, nei confronti dei soggetti con cui si relaziona;
  • intorno al nono mese la relazione col care-giver è più strutturata, e si nota palesemente: il bambino inizia l’esplorazione del mondo che lo circonda, ma ha bisogno che il care-giver sia presente;
  • fino ai 3 anni l’attaccamento col il care-giver è stabile, dopodiché avverrà, gradualmente, e se accompagnato da circostanze favorevoli, come un ambiente accogliente o la presenza di persone che sostituiscano temporaneamente il care-giver, il distacco.

Il tipo di attaccamento che si viene a strutturare è fortemente connesso con la disponibilità del care-giver, che diventa per il bimbo un modello di comportamento: se il modello sarà positivo, o come riportato da Bowlby, sicuro, il bambino svilupperà comportamenti futuri, innanzitutto nei confronti di se stesso ma poi anche degli altri, orientati al modello che ha avuto, imparando a gestire correttamente le sue emozioni. 

Come abbiamo accennato, solo nel periodo successivo alla prima infanzia il bambino svilupperà la capacità di separarsi dal care-giver e, di conseguenza, quella di attaccarsi a nuove figure di riferimento.

E voi unimamme, conoscevate questa teoria e le quattro fasi descritte?

Vi lasciamo con un altro approfondimento sul metodo di Bowlby.

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